Fëdor Dostoevskij

Duecento anni fa nasceva Fëdor Dostoevskij, tra i più grandi autori della letteratura russa e universale. Di lui si può dire innanzitutto quel che vale per ogni scrittore autentico: che scriveva perché non avrebbe potuto farne a meno, e in quel modo dava forma ai suoi vissuti, con tutte le contraddizioni. Nel suo caso si dovrebbe poi parlare di una profonda ricerca spirituale: tutto il suo mondo narrativo sviluppa forse un’unica meditazione, radicalmente cristiana, sul mistero del male e della salvezza.
È comprensibile voler credere che la risoluzione del problema umano stia in una qualche condizione, o scelta o istituzione. Poi accade che la vita metta a dura prova ogni certezza, e la ricerca della luce passi attraverso vie oscure. Quel che resta è ciò che la miseria umana non ha intaccato, che emerge tra le contraddizioni, non le abolisce bensì le illumina. Ma ciò da cui gli uomini sono più sconvolti è la libertà, a maggior ragione se discende da una vittima innocente.