Velo sottile, di Vittorio Zingone

Velo sottile  

Velo sottile , altissimo di nuvole   

Avvolge la terra nella notte placida;   

Nel gran silenzio della nuova tenebra   

Viaggia la luna oppressa da millenni;   

Quanti lutti, quante gioie vide di nuova vita, di novel calore!   

Quanti battesimi, quante sepolture,  

Quanti conflitti, riappacificazioni, quanto sangue scorrere, quanti  matrimoni   

Vide la luna, signora delle notti tempestose o placide;   

Cosi’ le stelle, il solitario sole!   

Noi non siamo altro se non di lieta o triste storia narratori;  

Non siamo altro 

Che testimoni di ere geologiche  

Che in piena liberta’ fra loro si succedono  

Travolgendo creature d’ogni genere,  

altre generandone a proprio esclusivo  beneplacito.   

La gioia e il dolore un fatto necessario,  

Un dato della vita indispensabile.   

Emozioni, sensazioni, stati d’animo   

 Che senza soluzione di continuita’  fra loro vanno e vengono;  incontri piacevoli o pregni di tormento   

Di cui e’ giocoforza farsi una ragione  

Finche’ si e’ coscienti di essere soggetti   di fatali traiettorie  

Da un non essere a un essere ,  

Ancora a un non essere;  

Un prima, un ora fluido, un poi  

che si fa senza soluzione di continuita’  

Nel fiume del tempo che incessante scorre,   

Nel fiume dei  giorni che scorre inesorabile.

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