Oltre 700 mila kg di carne di cinghiale sulle tavole e sul mercato senza controllo

Fauna selvatica: servono controlli sanitari e fiscali stringenti. E’ allarme peste suina

Fondamentale il lavoro del Tavolo tecnico con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale

Coldiretti. Alessandria: In Piemonte nella stagione venatoria 2020-2021 sono stati abbattuti solo 19 mila cinghiali con la caccia programmata e poco più di 1000 con quella di selezione che generano sul mercato un giro d’affari incontrollato di oltre 700 mila kg di carne

“Purtroppo continuano ad esserci novità pericolose come quella dell’ultimo caso di Peste suina Africana rilevato in un allevamento di maiali da ingrasso, nello Stato federale tedesco di Meclemburgo-Pomerania Occidentale, a sud di Rostock e a 185 km a nord-ovest di Berlino, che fanno emergere ancor più la necessità di controlli serrati su tutte le carni, non solo a campione, ma su tutti i capi abbattuti. Per questo è fondamentale il tavolo tecnico permanente che stiamo avviando con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta che ha dimostrato la sua disponibilità nell’affrontare le problematiche relative ai rischi sanitari che il proliferare, appunto, dei selvatici genera sul tessuto produttivo, a livello sociale ed ambientale”.

E’ quanto affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo nel commentare la situazione arrivata bel oltre la saturazione rispetto alla fauna selvatica.   

“Ringraziamo la Regione per aver fornito i dati chiesti da Coldiretti Piemonte da cui, però, si evince che gli abbattimenti, nella stagione venatoria 2020-2021, dei cinghiali tramite la caccia programmata siano pari a soli 19 mila capi e poco più di 1000 con quella di selezione. Numero ben al di sotto degli 80-100 mila che si contano in Piemonte per cui chiediamo agli enti preposti ed agli istituti venatori il perché non ne vengano abbattuti maggiormente. Oltre al fatto che, se si moltiplicano i capi per la quantità di carne, si arriva a calcolare oltre 700 mila kg di carne di cinghiale che va a finire sulle tavole e sul mercato senza, nella stragrande maggioranza dei casi, nessun tipo di controllo. Questo genera due grandi problemi: uno di ordine sanitario ed uno fiscale, per cui è opportuno metterci mano con urgenza”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.