Di lì a poco, si ritrovano seduti attorno al tavolo circolare nell’ampia cucina a gustare il delizioso pranzo. La stanza è sufficientemente illuminata dalla luce del giorno. Il detective e Mary si lanciano sguardi di reciproco compiacimento.

Dopo aver finito di pranzare, la famiglia Parker e la loro ospite si accomodano nel soggiorno, dove c’è un salottino tappezzato di stoffa color beige. Il detective, un bicchiere con due dita di Martini in mano, è seduto sul divano assieme a Kate, mentre sulla poltrona a destra è seduta Mary, alla sua sinistra la signora Parker.

– Suono il piano in un locale, mi pagano bene, per il momento mi sta bene così; e poi, credo che non mi mancheranno in futuro altre opportunità – dice Mary, volgendo il suo sguardo all’indirizzo di Kate, quasi a voler mascherare la sua apparente timidezza. La bambina, con infantile dolcezza, la rassicura con un sorriso.

– La musica è come l’aria che respiriamo, non possiamo proprio farne a meno – afferma Parker, volendosi dimostrare alquanto ottimista riguardo il desiderio espresso dalla giovane donna. – Possibilità di lavoro non dovrebbero mancarle di sicuro se lei, come immagino, è una brava musicista. –

– Papà, certo che è brava! –

– Piccola, ne sono convinto. –

– Non sono un genio, ma, me la cavo benino – ammette simpaticamente Mary.

– Mi sembra di percepire una falsa modestia, per altro sempre gradita in simili situazioni – replica l’uomo.

– Lei, capisce di musica? –

– Non sono un grande intenditore, ma mi piace ascoltarla. –

– Come tutti, d’altronde. –

– Esatto! –

– Siete i miei più grandi estimatori – replica con ironia la giovane, alquanto compiaciuta dell’espressione sorridente del detective.  

– L’ho capito subito che sei una brava ragazza, mi basta guardare le persone una sola volta per poter dire con certezza di che pasta sono fatte – interviene la signora Parker con tono deciso.

Kate, intanto, tenta di stimolare suo padre.

– Se voglio diventare brava, dovrò esercitarmi di più … –

– Non aggiungere altro, credo di aver capito – afferma l’uomo. – Vorresti un pianoforte tutto tuo; hai ragione, non c’è meglio che averlo a portata di mano ogni qualvolta si desidera sfiorarne la tastiera. –

– Ricordo la mamma quando suonava la chitarra di nascosto, quasi si vergognava, diceva che non aveva talento, che lo faceva per rilassarsi … a me piaceva tanto … credo invece che fosse molto brava. –

Per alcuni secondi un gelido silenzio invade la stanza. Parker, posa il bicchiere sul tavolinetto.

– Sì, era molto brava. –

– Io devo proprio andare – quasi sussurra Mary, mentre si alza dalla poltrona. Parker, seguito dall’anziana madre e dalla figlioletta, l’accompagnano fino alla porta d’ingresso.

– È stato un piacere conoscerla – dice la giovane, rivolgendosi al detective – Signora Parker… –

– Ciao Mary, fatti vedere spesso. –

– Ok. –

– Ci vediamo domani – dice Kate.

– Ti aspetto! –

La giovane donna esce dall’abitazione, s’incammina verso casa, mentre da dietro la finestra la segue lo sguardo marmoreo di Parker.

– Cosa te ne sembra? – gli chiede la madre.

– A cosa ti riferisci? –

– A lei, naturalmente, alla maestra di musica di Kate. –

– Se intendi come maestra, dovrei vederla all’opera; e come persona non me la sento di dare un giudizio preciso se prima non la frequento un po’, non sono lungimirante come te, dovresti saperlo. –

– Un detective che non è lungimirante? Mi sembra una cosa talmente assurda da non crederci. –

– Può darsi che sia assurdo, ma voi donne siete un mistero impenetrabile. Dov’è andata Kate? –

– Immagino di sopra, nella sua stanza, perché? –

-… no, niente, chiedevo solamente. –

– Quanto tempo ci onorerai della tua presenza? – chiede, con amara ironia, la donna.

– Mi spiace, il lavoro… –

– Lo so che il tuo lavoro ti impegna tantissimo e che non puoi farci niente se alla fine il tempo che ti rimane da dedicare alla famiglia è veramente ristretto. –

– Andrò via stasera, dopo cena. –

– Non dormi qui? –

– Meglio di no, domattina voglio essere presto in ufficio… –

– Certo. –

– Verranno momenti migliori, te lo assicuro. –

La donna annuisce. – Lo dico per Kate. –

– Sì, lo so. –

– Cresce rapidamente, e in questo momento ha bisogno di te. –

– Lo prometto, verranno momenti migliori, molto presto, ne sono convinto. –

-… ok. –

L’uomo osserva dalla finestra la giovane musicista entrare nel suo appartamento. 

L’identico sguardo, seduto su una comoda poltrona rivestita di pelle nera, Parker lo rivolge a una foto incorniciata, poggiata sulla scrivania di noce chiaro del suo ufficio, che lo ritrae assieme alla moglie; e ancora, in un altro momento di relax, sdraiato sul divano, con il volto sfiorato dai raggi di luna, mentre sorseggia una birra.