<strong>Mantenere viva (con contenuti attuali) la cultura del popolarismo</strong>

di Redazione Appunti Alessandrini

Il popolarismo di don Luigi Sturzo, «antidoto ad antipolitica e populismo»  - RomaSette

Carlo Baviera

In questi giorni ricorre l’anniversario di fondazione del Partito Popolare Italiano (1919). E’ bene ricordare, celebrare; ma non è più sufficiente. Da tempo si ripete che sia necessaria una cultura e (perché no!) una presenza popolare, utile a stemperare i radicalismi ed estremismi di altre tendenze e posizioni. Uno degli aspetti su cui riprendere un discorso “popolare” deve essere la difesa e lo sviluppo della democrazia e della partecipazione attiva e responsabile dei cittadini.

Ne ha accennato anche Papa Francesco nel suo recente viaggio ad Atene (4.12.2021) “Non si può, tuttavia, che constatare con preoccupazione come oggi, non solo nel Continente europeo, si registri un arretramento della democrazia. Essa richiede la partecipazione e il coinvolgimento di tutti e dunque domanda fatica e pazienza. [..] In diverse società, preoccupate della sicurezza e anestetizzate dal consumismo, stanchezza e malcontento portano a una sorta di “scetticismo democratico”. Ma la partecipazione di tutti è un’esigenza fondamentale; non solo per raggiungere obiettivi comuni, ma perché risponde a quello che siamo: esseri sociali, irripetibili e al tempo stesso interdipendenti”.

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