Luoghi, personaggi, fatti e leggende

di Luciana Benotto

Anche il vino è cultura: il Barolo

Centro di produzione del noto e pregiato vino omonimo, Barolo è un paesino fatto di viuzze e angoli caratteristici, adagiato su di un altopiano a forma di sperone e circondato da rilievi disposti ad anfiteatro. Anche se non ci sono notizie precise sulla sua fondazione, si sa che la zona fu abitata da tribù celto-liguri sottomesse successivamente dai Romani, poi dai Longobardi e dai Franchi di Carlo Magno. E fu proprio durante l’alto medioevo che, per difendersi dalle continue scorrerie saracene, l’imperatore Berengario I concesse agli abitanti di Villa Barogly (così si chiamava la località a quell’epoca), di edificare una struttura difensiva di cui oggi rimane il mastio. Nel 1250 la potentissima famiglia dei banchieri Falletti acquistò molte terre a Barolo ed anche il castello, che venne ristrutturato e utilizzato come dimora signorile da questa famiglia che nobile non era.
Nel Cinquecento l’edificio subì i saccheggi delle guerre che purtroppo guastarono quel periodo e così, alla fine del secolo, esso fu ristrutturato e quell’aspetto lo mantenne per trecento anni, fino a quando ne restò proprietaria Juliette Colbert, moglie dell’ultimo marchese. Pronipote del famoso ministro del Re Sole, donna brillante e di grande cultura, alla metà dell’Ottocento ella trasformò il maniero in un struttura medievaleggiante, e nella sua nuova suggestiva dimora ospitò Silvio Pellico, dopo la decennale prigionia allo Spielberg. Presentatogli da Cesare Balbo, Pellico divenne in breve un caro amico col quale Juliette amava trascorrere le giornate dedicandosi alla lettura e alla conversazione. Talvolta i due andavano anche al vicino maniero della Volta, che oggi è di proprietà di un’azienda vinicola, dove all’ombra degli ippocastani facevano delle belle passeggiate. Nel 1970 il castello Falletti di Barolo fu acquistato dal Comune, e ora le sue cantine ospitano l’Enoteca Regionale del Barolo, mentre il secondo piano accoglie il Museo Etnografico-Enologico; il piano nobile invece, merita una visita per la bellezza delle sue stanze. Salendo lo scalone si arriva al “Salone delle quattro stagioni”, che deve il proprio nome alle pitture che sormontano le porte; da lì si accede alla “Sala degli stemmi”, dotata di un monumentale camino, il cui soffitto è decorato con gli emblemi dei membri della famiglia; segue la “Stanza della Marchesa”, quella del Pellico, e la sua Biblioteca ricca di ben 3.000 volumi. Infine, dalla terrazza, si gode uno splendido panorama sulla bassa Langa, parola questa che non può non evocare le ‘masche’, le dispettose streghe contadine, che nell’immaginario popolare della zona erano vecchie credute capaci di trasformarsi in capre, gatti neri, lepri, bisce, siepi e foglie. A questo punto non resta che assaggiare e acquistare il pregiato Barolo, magari dopo aver visitato il curioso Museo del Cavatappi, che espone 500 esemplari dal ‘700 ai giorni nostri, fatti dei materiali più disparati e con forme che vanno da quelle animali a quelle erotiche.

Museo Etnografico-Enologico info@wimubarolo.it tel. 0173 386697

Museo del Cavatappi 10 – 13 / 14 – 18.00 chiuso giov. ingr. € 4.00. tel. 0173 560539