Era un famoso fotografo Rene Robert: aveva immortalato le stelle della danza e della musica e per questo era conosciuto come Il”fotografo del flamenco”. Le sue immagini, sempre in bianco e nero, ispirate e splendide, per più di 50 anni hanno esaltato l’arte del flamenco. I ritratti di Robert realizzati dal 1967 al 2009 sono stati al centro di varie mostre in giro per l’Europa ed un’esposizione di 75 immagini si è tenuta a Roma per iniziativa dell’Istituto Cervantes.

Il 19 gennaio scorso,è  morto per ipotermia a Parigi nella centrale zona di  Place della republique ,affollata di gente e piena di negozi alla moda. La sua morte è stata resa nota sui midia solo nei giorni seguenti da chi lo aveva conosciuto e dagli amici. E’ morto perché nessuno lo ha soccorso né ha chiamato soccorsi per raccogliere un uomo  di 84 anni,caduto a terra, forse colto da un malore improvviso o scivolato senza possibilità di rialzarsi. La temperatura gelida della notte e l’immobilità per nove ore gli sono state fatali.

Il fotografo ,svizzero nato a Friburgo,è rimasto così a morire,senza che nessuno si sia fermato a chiedergli se aveva bisogno di aiuto e senza chiamare soccorsi:eppure in tanti hanno visto quel corpo riverso a terra. L’indifferenza per la sofferenza di un uomo appare impossibile ,eppure è accaduto che venisse ucciso proprio dall’indifferenza totale dei passanti.

Caduto intorno alle 21, è rimasto senza aiuto fino alle 6 del mattino,quando qualcuno ha finalmente chiamato i vigili del fuoco. Portato d’urgenza in ambulanza all’ospedale di Cochin,i medici hanno solo potuto constatare il suo decesso e scrivere sul referto di morte”Ipotermia estrema”.

Se qualcuno avesse allertato i soccorsi, Rene Robert si sarebbe probabilmente salvato: ma il fatto che potesse essere un clochard ha fatto volgere altrove lo sguardo,come se essere un senzatetto fosse un motivo per essere lasciato morire. Anche il giornalista e amico Mompontet, nel raccontare l’accaduto su twitter, ha concluso “se questa morte atroce può insegnarci qualcosa, è che quando vediamo un essere umano sul marciapiede, ci fermiamo un momento”.

il fotografo Robert Rene