2013-03-15 XVII LEGISLATURA: PRIMA SEDUTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI – fotografo: Daniele Scudieri / IMAGOECONOMICA

Carlo Baviera

Finito il settennato di Mattarella è risalito al Colle Mattarella. Dopo una settimana di impasse e proposte di nomi divisivi o non doverosamente concordati con tutti i grup-pi parlamentari, il “timore” che si concretiz-zasse l’idea di sostenere Casini, la spinta da basso (i parlamentari in modo libero) per la riconferma di Mattarella ha obbliga-to il centro-destra a rinunciare al “tocca a noi” e accettare il congelamento della si-tuazione istituzionali con la richiesta a Mattarella di una ulteriore assunzione di responsabilità.

In sostanza è cambiato nulla (Capo dello Stato, Capo del Governo, alleanza parla-mentare di responsabilità nazionale) ma è probabile che cambi tutto. Di positivo, lo di-co da stimatore di Mattarella, ciò che non  è terminato è l’apporto competente del po-polarismo alla  nazione italiana, attraverso al servizio autorevole e stimato del Capo dello Stato, il cui stile ha colpito positiva-mente gli italiani.

Cesare Martinetti su La Stampa del 18.01. 22 scrive: “Adesso che non c’è più, che la faccia pulita di David Sassoli è rimbalzata ovunque in un’inaspettata e corale santifi-cazione civile, nei torbidi della bagarre qui-rinalizia, si sente dire che il candidato Pre-sidente ideale era lui. E allora perché nes-suno ci ha pensato?”

Appunto! Anche durante la settimana di vo-tazioni non si è avuto il merito e l’accortez-za di individuare la presenza di personalità offerte dal cattolicesimo democratico. Sembra una posizione che si continua a non considerare, perché qualifica “scomo-da” al tran tran comune, al populismo e al radicalismo. Credo ci siano almeno una decina di persone (donne e uomini) di que-sta formazione e cultura politica che po-trebbero interpretare perfettamente il ruo-lo di Capo dello Stato con equilibrio, com-petenza, “disciplina e onore”: ma si pensa ancora che (nonostante l’esperienza di Mattarella e di altri Presidenti – si celebra proprio in questi giorni il decimo anniversa-rio della morte di Scalfaro) aderire ad una fede religiosa diminuisca le capacità di rappresentare la laicità della politica. Peccato!

L’unica formazione politica contraria all’ operazione di rielezione è FdI della Meloni: e lo si capisce. Dal suo punto di vista è comprensibile: non ha fatto saltare il go-verno, è indebolito il centro-destra, la riele-zione di un Presidente (obiettivamente, non lo si può contestare) è sintomo di de-bolezza della politica, di crisi delle leader-ship, una forzatura della stessa democra-zia. E peraltro non può diventare una nor-ma, perché sembrerebbe ad una monar-chia.

Gli altri, chi più chi meno, si sono intestati il risultato e la soluzione che rafforza i rap-porti dell’Italia con l’Europa. Però, facile previsione, difficilmente tutto resterà co-me prima (e, lo dico sottovoce, meno ma-le).

Intanto, il primo effetto è la dichiarazione di Giorgetti che sembra essersi stancato di stare al Governo, con tutte le conseguenza sia nella Lega che nella maggioranza. Inol-tre abbiamo una Presidente del Senato in-debolita dalla conta sul suo nome. Il terzo effetto dipenderà da quanto emergerà fra le varie posizioni all’interno dei 5Stelle. Ci sarà da capire se la soluzione rafforzerà o meno la segreteria di Letta nel PD e come si muoverà quel partito rispetto alle allean-ze da costruire e l’eventuale modifica alla legge elettorale: se cioè si favorirà lo sbri-ciolamento delle centro-destra dando una sponda ai moderati centristi, e se consen-tirà di accantonare il bipolarismo dannoso degli ultimi 30 anni. Infine come si muove-ranno la tante anime centriste.

Prima di tornare al cattolicesimo democra-tico, ed esprimendo soddisfazione perchè garantito per altri sette anni (saranno 7?) da un democratico vero, sottolineo anche un timore: quello che al termine del nuovo mandato Mattarella possa non raccogliere le ovazioni di fine anno scorso alla Scala e da parte della stampa, dei cittadini, delle cancellerie europee. Perché dico questo? Sette anni sono molto lunghi, e le emer-genze, le crisi, le difficoltà paiono aumen-tare di giorno in giorno per chi ha compiti istituzionali, soprattutto per chi deve resta-re sempre super partes pur svolgendo un ruolo di sollecitazione di accompagnamen-to di aiuto alla moderazione e alla riflessio-ne. Ci sarà in più vicende chi (movimenti politici, settori imprenditoriali o delle orga-nizzazioni del lavoro, gruppi e movimenti di protesta di vario tipo) sottolineerà even-tuali prese di posizione o silenzi del Quiri-nale. Abbiamo dimenticato come sia stato trattato un altro grande Presidente, quale è stato Scalfaro, la cui denigrazione continua con modalità “chirurgica” da forze interes-sate a presentarlo come avversario per le loro scorrerie. Può essere che eventuali passaggi di riforme istituzionali ed eletto-rali (e non solo) saranno occasione per cercare di coinvolger il Colle oppure per cri-ticarlo. Spero di essere il solito pessimista, ma da sostenitore di Mattarella avrei prefe-rito che (come succede nello sport quando ci si ritira dalle competizioni dopo aver vin-to un campionato o una coppa) il Presiden-te terminasse il suo compito con le accla-mazioni e gli osanna generali. Non ultimo, il tentativo di screditare il Presidente (ci ri-cordiamo chi voleva chiederne l’Impeach-ment?) che può essere ghiotto dal punto di vista di obiettivi politici o essere usato per polarizzare sulle proprie posizioni l’interes-se elettorale; e trascinerebbe nello scredi-tamento tutta quell’area cattolico demo-cratica di cui Mattarella è riferimento e rappresentativo.

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