Dalla stanza esce un simpatico omaccione con tre scatole di cartone sulle braccia, uno sopra l’altro, da portare via. Simona lo segue con una valigia in mano. I due scendono la rampa di scale per giungere a piano terra, dove ad attenderli ci sono la madre della giovane donna e il suo compagno.

«Non ti prendo a schiaffi per rispetto verso tua madre. Ti ho cresciuta come una figlia, cosa che non ha fatto tuo padre, scappando via da casa.»

«Non nominarlo neanche, non sei degno di lui.»

«Certo. Non capisco come fai a difenderlo. Ci vuole un bel coraggio!»

«Chiudi quella merdaccia di bocca!»

«Mi fai semplicemente pena» l’uomo si rivela uno sprovveduto e non prevede una dura reazione da parte di Simona che arriva puntuale con una violenta ginocchiata in direzione dei testicoli e un pugno sulla mascella che lo fa scaraventare a terra, tra lo stupore della madre.

«Mamma, come fai a starci vicino?!»

***

Simona esce dall’abitazione e sale nella cabina di guida del furgone, sul cui volante c’è il simpatico omaccione che l’accoglie con un sorriso.

«Enzo, possiamo partire.»

«Tutto ok?»

«Sì, finalmente mi sono sfogata. Questo momento lo desideravo da tempo. È stato meraviglioso.»

«Cosa hai fatto?»

«Non riesci ad immaginarlo?» risponde sorniona la giovane.

« … Cristo! Sei terribile!»

«Sono semplicemente incazzata!»

***

Giunti nel nuovo appartamento ammobiliato, Simona e il suo amico autista, poggiano le scatole di cartone e le valigie nel centro della stanza che funge da ingresso e piccolo salone.

«Non è male» dice l’uomo.

«Dici davvero?»

«Si. È piccola, ma … mi sembra molto intima; insomma, è carina.»

«Si, hai ragione» replica Simona, dimostrando di aver apprezzato la sincera opinione di Enzo. «Puoi venirmi a trovare tutte le volte che lo desideri.»

«Vedi che lo farò davvero!»

«Perché usi quel tono, pensi che non mi faccia piacere?»

«Sì, lo so, stavo scherzando.»

«… posso associarmi a voi due? Io aggiungerei anche che è molto solare, come il sorriso della nuova inquilina.» interviene un uomo sui quarantacinque anni, appena varcata la porta d’ingresso rimasta aperta.

«Corrado … questa poi!» esclama la giovane per l’inaspettata sorpresa.

«Forse non mi crederai, ma questa notte non ho chiuso occhio. Pensavo a te; be’, alla giornata che dovevi affrontare, all’allontanamento da tua madre, al trasloco delle tue cose personali, alla sistemazione nella nuova casa, e poi, all’impatto con una nuova realtà che non è mai facile» dice l’uomo, mentre lentamente si avvicina a Simona.

«Hai finito?» gli chiede lei.

«Può darsi che abbia dimenticato qualcosa …» risponde l’uomo.

«Non credo, ma se dovesse succedere puoi aggiungerla alla lista in qualsiasi momento.»

«Allora, io vado via …» dice Enzo.

«Così presto? Non rimani ancora?»

«Ho un altro impegno.»

«Sicuro?»

«Sicuro.»

«Ok. Ci vediamo presto. Grazie Enzo, sei un vero amico.»

«È stato un piacere. A presto. Ciao Corrado.»

«Ciao. Stammi bene.»

Il conducente del furgone annuisce con un sorriso, mentre va via.

«Cosa aspettiamo a brindare!» Corrado esce dal salone per sparire nel pianerottolo e rientrarvi qualche secondo dopo con una bottiglia di spumante e due calici.

«Li avevi lasciati fuori?» dice Simona.

«Sì, per la sorpresa.»

«Ci sei riuscito.»

«È una vecchia usanza di famiglia. Mio padre sembrava divertirsi ogni qualvolta che cambiavamo casa» afferma l’uomo, mentre toglie il tappo di sughero dalla bottiglia, trattenendolo con la mano prima che la pressione lo scagli come un proiettile.

«Auguri» continua Corrado. I due calici si toccano sotto lo sguardo piacevolmente compiaciuto di Simona.

«Sei molto gentile.»

«Ti riferisci allo spumante?»

«Al pensiero.»

«Non è stata una gran fatica» risponde, col sorriso sulle labbra, Corrado.

«È stato ugualmente ammirevole.»

«Se starai pensando come ringraziarmi, desidero aiutarti, offrendomi a un tuo caloroso bacio.»

La donna non si fa pregare, così si presta al gioco, baciandolo sulla guancia.

«Soddisfatto?»

« … sì, non male. Anche se pensavo …»

«Cosa?»

«No, nulla, spesso mi capita di lasciarmi prendere dalla fantasia … »

«Ti ho riportato sulla terra?»

«Già. Devo farmene una ragione.»

«Se non altro per non allontanarsi dalla realtà» replica, con un dolce sorriso, Simona.