Racconti, pensieri e poesie di Gregorio Asero. Collezione di Alessandria today

PREFAZIONE

Questa mia opera vuole essere una miscellanea di pensieri, brevi racconti e raccolte  di poesie . 

Contiene riflessioni sul senso della vita e delle cose, così come le vedo, come le immagino, usando la fantasia e la forza dell’incoscienza, delle quali sono messaggero, grazie all’utopia di cui sono permeato fin dalla giovane età. 

Per la verità lo spunto di realizzare questa collezione me l’ha dato il carissimo amico Pier Carlo Lava nonché creatore e amministratore Blogger di Alessandria Today, in quanto mi onora, ormai da diverso tempo, di ospitarmi presso il suo Blog pubblicando molti dei miei scritti.

Gli appunti sono la logica deduzione della mia osservazione dei fatti che, giorno per giorno, nei vari scenari politici, umani e sociali si srotolano nel corso della vita quotidiana. Va da sé che il punto di osservazione degli avvenimenti è sicuramente una postazione limitata nel tempo e nello spazio, considerando che tutte le deduzioni sono estremamente personali, soggettive e approfondite da un dilettante quale sono.      

Consideratelo un libro così … tanto per fare …. Senza storia e senza pretese. Niente di tutto quello che scrivo, vuole essere “Vangelo”.  

Sono semplicemente “cose” che ho pensato, ho scritto e ho trasformato in libro. Non possiedo nessuna verità. 

Mi auguro di non annoiarvi con le mie fantastiche illusioni.

*** Questo è un libro dove l’autore ha voluto raccogliere alcuni pensieri, riflessioni e poesie pubblicate su Alessandria Today, e dove alla fine di questa prima raccolta potrete anche leggere una sua breve biografia. Le intenzioni dell’autore, visto il grande numero degli articoli pubblicati da Alessandria Today, sarebbero quelle sono redigere un secondo volume poiché un solo testo sarebbe troppo dispersivo e poco esaustivo per chi volesse conoscere il pensiero di questo eclettico scrittore e dove sarà pure pubblicata una interessante intervista che Piercarlo Lava gli fece tempo addietro. 

L’amico Gregorio Asero, di Pier Carlo Lava

Tempo fa in occasione di una sua visita in Alessandria ho avuto il piacere di incontrare Gregorio Asero poeta e scrittore.

Ricordo che mi aveva donato due suoi libri, AGATA e L’UOMO DI HYBLA due racconti molto pregnanti e coinvolgenti. Un gentile pensiero che ho apprezzato.

Virtualmente lo conoscevo già da tempo in quanto avevo pubblicato diverse sue opere, libri, poesie, racconti, riflessioni, pensieri sulla vita e sulla società e ovviamente la sua biografia e un intervista.

A mio modesto avviso si può definire uno scrittore a tutto campo impegnato anche ad esprimere le sue opinioni su politica e società, a volte anche in controtendenza, dato che scrive quello che pensa con la capacità non comune almeno dal mio punto di vista di mantenere una certa obiettività.

Fu così che nacque l’idea di proporgli la creazione di un libro: Racconti, pensieri e poesie di Gregorio Asero. Collezione di Alessandria today.

Questo libro si prefigge l’obiettivo di immergere i lettori nell’arte creativa di Gregorio Asero, pensatore, poeta, scrittore, con un occhio di riguardo verso Alessandria la città che lo ha particolarmente colpito in occasione della sua visita, con particolare riferimento ai simboli della stessa, la Cittadella, la Chiesa di Santa Maria di Castello, I giardini publici e il ponte Meier.

Pier Carlo Lava per la redazione di Alessandria today

alessandriatoday@yahoo.com

***DOVE TROVARE IL LIBRO:

È in vendita su Amazon, IBS, Il Libraccio, Mondadori store. In tutte le librerie e le librerie Feltrinelli Point. Presso “Ilmiolibro.it” o direttamente dall’Autore tramite Messenger. 

Codice ISBN 9788892385573

Gregorio Asero biografia

Gregorio Asero è nato a Paternò in Sicilia. Da ragazzo, con la famiglia, si trasferisce in un paese del Piemonte, dove abita tuttora. La sua formazione culturale è essenzialmente autodidatta e molto lo deve al periodo “Parigino”quando, a diciotto anni, vi si trasferisce dopo aver abbandonato la scuola (ambiente troppo angusto per i suoi sogni di libertà), dove inizia un percorso “culturale” a contatto con la vera istruzione: quella della strada degli anni 70.

Al posto dei banchi, dei libri e degli accademici, conosce altri maestri: gli artisti di strada, che lo proiettano in uno spazio fatto di conoscenze concrete: il mondo reale. Questa esperienza lo porta a riconsiderare il suo stile di vita e ad arricchire la sua spiritualità.

Fa propri alcuni modi di vivere e di vedere la vita dei giovani “clochards” post sessantotto, traendone insegnamenti che lo guidano tuttora e che, anche nella scrittura, lo fanno rimanere fuori dalle mode, per seguire il suo libero pensiero e innato spirito di libertà.

Tornato in Italia, inizia un’attività imprenditoriale che apparentemente non ha nulla a che fare con il mondo culturale, ma il suo animo di scrittore e poeta, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, gli fa aumentare la produzione letteraria, sebbene gli scritti restino gelosamente conservati nei suoi polverosi cassetti.

È così, che quasi senza accorgersene, si trova ad avere una produzione dicentinaia di poesie che inserisce in varie raccolte, e sei romanzi, che spaziano dalla letteratura drammatica, ai gialli, a compendi di pensiero, distinti in riflessioni e aforismi sui temi cruciali che caratterizzano la nostra esistenza. Ad oggi, la maggior parte delle sue opere è ancora inedita.

Va da sé che le sue riflessioni sono il frutto di osservazioni che, giorno per giorno, si srotolano nella quotidianità della vita di un uomo normale che vive il suo tempo. Il sogno dello scrittore è di ritornare a vivere in quella terra che, molti e troppi anni prima, da inconsapevole migrante, fu costretto a lasciare: la Sicilia. Si sa un conto sono i sogni, un altro la realtà. Ma ha imparato a non arrendersi mai e, a volte, le circostanze favorevoli si possono incontrare.

Alessandria today intervista il poeta e scrittore Gregorio Asero

a cura di Pier Carlo Lava

Alessandria today è lieta di presentare in esclusiva per il blog un interessante intervista, al poeta e scrittore Gregorio Asero, che ringraziamo per la sua cortese disponibilità, ecco le sue risposte alle nostre domande:

Gregorio ciao e benvenuto su Alessandria today è veramente un piacere ospitarti, ci vuoi raccontare dove sei nato, chi sei, cosa fai nella vita oltre a scrivere e qualcosa del paese del Piemonte dove vivi?

Certo, con molto piacere. Sono nato a Paternò, un paese alle “falde” del Kilimangiaro, mi verrebbe da dire scherzosamente; invece in quelle, allo stesso modo affascinanti e misteriose, dell’Etna.

Cosa faccio nella vita? Vivo.

Abito a Castelletto Ticino, un piccolo paese di circa diecimila abitanti in provincia di Novara, svenduto alle lobbies dei centri commerciali. Pensate che i soli centri commerciali esistenti sul territorio comunale possono soddisfare le esigenze di oltre tre milioni di persone. Una cosa pazzesca direbbe Fracchia! A mio parere, visto che il paese è adagiato sulle sponde del Lago Maggiore, gli Amministratori avrebbero dovuto “puntare” sul ramo turistico-sportivo, così da poter avere maggiori benefici economici per i residenti, incrementando le attività commerciali di bar, ristoranti, B&B, alberghi, vitalizzando in tal modo il centro storico del paese invece di far incassare denaro alle catene commerciali, le quali hanno impiegato, per la maggior parte, maestranze non residenti; ma tant’è, certe scelte politiche sono fuori dalla logica di noi comuni mortali. Ma questa è un’altra storia.

Quando hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Quando ho iniziato? Quando iniziano tutti i sognatori, da ragazzo, quando si pensa di essere immortali e padroni del mondo, quando si crede che tutto sia possibile, anche il fatto di poter realizzare sempre tutti i propri sogni; insomma, quando credevo di essere immortale: da giovane… non immaginando che di immortale c’è solo quello che si lascia dopo di noi e non prima, come ad esempio i propri scritti, la propria arte … i propri figli.

Le esperienze maturate e vissute nel periodo parigino, cosa ti hanno insegnato?

Che la vita è qualcosa di meraviglioso e che bisogna gustarsela goccia dopo goccia, come si fa con un buon bicchiere di vino o di acqua fresca, e non ingurgitarla tutta d’un fiato come fa l’assetato; si corre il rischio di non coglierne il vero gusto. 

Ci vuoi parlare dei tuoi libri “L’UOMO DI HYBLA” e “AGATA” ed inoltre progetti per il futuro e sogni nel cassetto?

“L’UOMO DI HYBLA”. È la saga di una famiglia costretta ad emigrare. La storia si snoda tra una Sicilia povera e contadina, dove l’amore per la terra supera quello della propria persona, e il più ricco e prosperoso Nord Italia. È la saga di una famiglia forzata a emigrare poveramente dalla propria terra, con la speranza di farvi ritorno. Il mondo di Antonio, il protagonista, è un mondo primitivo, povero, popolato da contadini, sognatori, banditi e galantuomini, dietro i quali agiscono forze ataviche e dove si tramandano, di padre in figlio, miserie e speranze. È anche la rivalsa di un uomo, che grazie al suo lavoro onesto e al sacrificio di una vita intera, riesce a imporsi sulla Natura crudele e selvaggia, lottando contro un Fato che lo vorrebbe sottomesso e schiavo. 

“AGATA” È un romanzo che racconta la mia terra: la Sicilia. Narra di amori, di odi, di passioni e di tormenti che penso la caratterizzino. Con i personaggi di questa storia voglio condividere lo spazio, il tempo e soprattutto le emozioni che sono profuse a piene mani, senza mai risparmiarsi. Le donne e gli uomini che animano il racconto vivono in un mondo fatalista, dove lentamente e confusamente si sprofonda nell’inevitabilità. Sono personaggi a cui spesso sfugge il vero senso della vita: la gioia.

Progetti? Di vivere sereno gli ultimi centocinquant’anni della mia vita.

Sogni? Tanti, tanti, tanti.

Quali libri solitamente leggi e quali sono gli scrittori che preferisci?

Mi piacciono molto i racconti di fantascienza, anche se taluni pensano che siano libri di secondo piano, troppo immaginari e non collegabili a un mondo reale; al contrario, se l’autore è un vero scrittore di “fantasy” come ISAAC ASIMOV, JOHN ANTHONY,  MICHAEL AVALLONE, ARTHUR K. BARNES e molti altri, ci si rende conto, leggendo le loro opere, come, per scrivere di fantascienza, bisogna essere preparati in una serie infinita di specializzazioni: la meccanica, la chimica, la fisica e così via, per poter rendere reale e plausibile la storia che si sta raccontando. La vera fantascienza, a mio modo di vedere, non sono i racconti di improbabili omini verdi scesi da Marte, ma un “impasto” di fantasia e realtà. Poi ovviamente mi piace leggere libri di “veri scrittori” come DAN BROWN, KEN FOLLETT, STEINBECK, DELEDDA oppure di pensatori e filosofi come NIETZSCHE, RUSSELL, EINSTEIN, poi ovviamente non possono mancare i poeti, LEOPARDI, CARDUCCI, PASCOLI, FOSCOLO e mi fermo qui altrimenti la lista sarebbe infinita per quanti sono i poeti che ho letto e leggo. E poi… molto più modestamente, un illustre sconosciuto: ASERO GREGORIO che poi sarei io. 

Quando sei tornato in Italia hai iniziato un’attività imprenditoriale, ce ne vuoi parlare?

Questo è un tasto molto dolente a causa della crisi economica e della pandemia di questo maledetto Covid 19 che stiamo attraversando; ad ogni modo ho una “microscopica” attività edile.

Ci sono ore che prediligi nella giornata per scrivere, oppure no e cosa provi quando scrivi?

In genere non ho un’ora programmata, anche se preferisco la mattina presto o la sera tardi. Scrivo quando… come dire… quando mi viene l’ispirazione. Pensa che ho un block notes sul comodino, pronto all’uso, nel caso durante la notte mi venga qualche “idea”, oppure capita che durante il lavoro mi assenti perché mi è venuta “una certa idea” e allora chi mi conosce sa che non deve disturbarmi; sì, perché se c’è una cosa che mi infastidisce è essere distratto mentre scrivo. Allora, specie mia moglie o i miei figli, quando vedono che sono concentrato sul PC o a scrivere su un foglio, mi lasciano in pace.

Ci vuoi parlare delle raccolte di poesie e dei sei o forse sette… romanzi di cui parli nella tua biografia?

Che dire delle poesie, se consideriamo che iniziai a scriverle quando ero adolescente e visto che sono alla soglia della pensione direi che sono qualche migliaio (non le ho mai contate), esse si snodano lungo il corso della mia esistenza e inevitabilmente abbracciano vari stadi di vita vissuta, sia nella gioia che nel dolore, come del resto sono i giorni di tutti gli esseri viventi: momenti felici e momenti tristi, ma tutti vissuti in prima persona. Devo dire che ho pubblicato, solo cinque raccolte di circa ottanta poesie ciascuna, per cui la maggior parte sono ancora inedite. Anche per quanto riguarda i romanzi mi sono ispirato a momenti di vita vissuta sia miei, che di coloro che hanno avuto la ventura di percorrere alcuni tratti di strada della loro vita insieme a me; chiaramente conditi da molta fantasia ed esagerazioni, e come per le poesie, a tutt’oggi ne ho pubblicati “solo” quattro. Dei sette che ho scritto.

Ci vuoi spiegare perché la maggior parte delle tue opere è ancora inedita?

Se devo essere sincero è da pochi anni che ho deciso di pubblicare alcuni scritti, dietro insistenza della mia “vecchia” Prof. di Italiano (altrimenti mi avrebbe tolto il saluto, diceva). Non c’è un motivo particolare, forse perché fondamentalmente sono molto riservato, o forse perché spero che mi vengano richiesti da qualche grande casa Editrice; ma questo, almeno per quanto riguarda l’Italia è un sogno proibito perché i grandi Editori non amano correre “rischi imprenditoriali” con scrittori sconosciuti; preferiscono le grandi e affermate firme, oppure pubblicare autobiografie  o racconti di “veline”, “attori” e “sportivi famosi”: quelli sì che rendono e fanno incassare dei bei quattrini. Alla grande Editoria, a mio avviso, non interessa pubblicare libri di valore, ma libri commerciabili. Ahimè!

Il primo libro è come il primo amore non si scorda mai, ci puoi raccontare quali difficoltà hai incontrato per pubblicarlo e qual è stato il tuo primo pensiero dopo averlo pubblicato?

In pratica ho risposto prima: nonostante lo abbia inviato a diverse case editrici, non ho mai avuto risposte, né positive né negative, per cui mi sono fatto un’idea tutta mia: se non sei conosciuto o se non hai uno “sponsor” che ti propone all’Editore, difficilmente i tuoi scritti vengono visionati. Ci vuole solo fortuna, quasi come fare un sei al superenalotto: fortuna o soldi da investire… per cui l’unica strada è stata l’auto pubblicazione, con tutti i limiti del caso. Curiosamente il primo libro che ho pubblicato non è il primo che ho scritto (quello risale all’età giovanile) e poi… tutti i miei libri sono “il primo amore”.

A tuo avviso che differenza c’è tra un poeta e uno scrittore, se ce ne sono?

Il poeta ha licenza di scrivere quello che vuole, lo scrittore invece… pure! Voglio dire che è impossibile mettere un confine fra poeta e scrittore: sono esseri speciali. A proposito… io mi definisco “uno che scrive” non ho la pretesa di definirmi scrittore; quello al massimo lo possono dire i miei lettori.

Solitamente quali canali utilizzi per pubblicizzare i tuoi libri?

Ecco un altro tasto dolente della mia attività: non sono in grado di comprendere i meccanismi “diabolici” della pubblicità, per cui lascio tutto al caso. Sono la classica persona che in questo campo avrebbe bisogno di una “badante” che pubblicizzi i miei scritti. I miei lettori si sono formati solo attraverso il “passaparola” e questo è un limite in questo modello di società, se si vuole “vendere”.

Cosa consiglieresti ad un giovane o ad una giovane che vogliono iniziare a scrivere?

Di provarci e mettere nero su bianco tutto quello che gli passa per la testa, sicuramente qualcosa di buono prima o poi salta fuori.

Secondo te cosa pensano le persone dei poeti e degli scrittori?

Non saprei… tutto il bene o tutto il male. Personalmente come lettore ne sono affascinato.

Qual è la tua opinione sulla politica italiana, relativamente alla gestione della cultura e dei beni patrimoniali del nostro paese?

“Boccaccia mia statte zitta”. A parte gli scherzi, in Italia abbiamo il più grande patrimonio culturale e patrimoniale del mondo, solo che è gestito da incapaci. In pratica si comportano un poco come i grandi Editori: pensano solo a come “guadagnare” consenso politico e di conseguenza denaro per le loro tasche.  L’arte e la cultura, a mio avviso, non devono produrre utili per lo Stato, ma coscienza, consapevolezza, ricchezza culturale a tutto il popolo.