Gli uomini amano costruire scatole; amano costruirle per andarci ad abitare dentro, ma non solo. Anche qui a Collina Isola. A volte realizzano enormi edifici per ospitare categorie particolari di persone come carcerati, malati, studenti e anziani. In passato ne hanno costruite anche per giovani che volevano fare i preti, giovani delinquenti, matti, giovani ragazze – quando ancora non si confondevano con i maschietti –, e operai. Eccetera. Poi, però, accade che certe categorie di persone scompaiono quasi del tutto, oppure si concentrino in altre località come per esempio i giovani che vogliono fare i preti, i giovani delinquenti, i matti, le giovani ragazze – che oggi si confondono con i maschietti – e gli operai. Allora quelle grandi scatole rimangono vuote.E ad uno che passeggia per una città come la mia viene da chiedersi a cosa saranno servite tutte quelle grandi scatole ormai vuote. E se ce ne sono molte fa un po’ impressione, e verrebbe voglia di riempirle nuovamente. E anche i sindaci, i partiti, comitati e gli architetti ci provano sempre, ma non ci riescono quasi mai. Perché, secondo me, certe scatole quando si sono rotte è difficile ripararle e farle vivere nuovamente.E allora, bisognerebbe buttarle giù e costruire scatole nuove. O forse no, perché nel frattempo sono diventate vecchie, anzi antiche e si sono conquistate il diritto di rimanere e mantenere quello spazio che ormai è diventato un po’ anche suo, e di sussurrarti nelle orecchie le loro storie, alla barba dei sindaci, dei partiti, dei comitati, degli architetti e di tutte le categorie di persone che non ci sono più. E della gente che passeggia facendosi mille domande.

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