Presentati, parlaci di te.

Ciao Emanuela, io sono Monica Pagliaro, e sono nata in provincia di Milano ma sono cresciuta in Campania. Adesso, invece, vivo a Roma con mio marito… diciamo che ho abitato in vari posti d’Italia. Ho studiato Lingue e Letterature Comparate a Napoli, e sono supplente d’inglese nelle scuole da qualche anno, ma il mio pallino rimane scrivere e tradurre narrativa… anche se traduco anche altro (saggistica, audiovisivo). In più, amo la musica e cantare.

 Come e quando ti sei avvicinata alla scrittura e perché scrivi.

Da quando so leggere, mi ricordo di aver sempre scritto: leggere mi ha portato naturalmente a voler “imitare” ciò che leggevo e quindi già da piccola scrivevo sui miei diari quelle che io chiamavo poesie, ma che poi erano effettivamente delle filastrocche, sempre corredate da qualche disegno. Crescendo, non ho smesso di scrivere, ma la gelosia per i miei scritti (e forse un po’ di imbarazzo – quello naturale degli adolescenti) era diventata talmente patologica che spesso bruciavo i fogli su cui scrivevo, il che risultava ovviamente in una totale perdita dei miei appunti e delle mie storie.

Di quale genere fanno parte i tuoi romanzi? Ti è venuto spontaneo iniziare con quel genere? 

Il mio primo romanzo pubblicato da Land Editore, AquaClan – Due Mondi Lontani, si può definire come un romance circense, un genere poco frequentato in Italia, un’ambientazione ancora un po’ ignota, in bilico fra il mondo reale e un altro quasi fantastico, diciamo sospeso tra due mondi, appunto. 
Inizialmente, devo essere sincera, non era mia intenzione scrivere un romance, infatti la prima bozza del racconto era un po’ diversa ed era in fin dei conti un esercizio di stile. Questo esercizio di stile, però, nel tempo ha lasciato il posto al mondo e ai personaggi di AquaClan, che non ne hanno voluto sapere per niente di rimanere al loro posto (cioè nella mia testa) e hanno chiesto con forza di riversarsi nel mondo reale, nelle pagine del libro, e forse ancora non hanno smesso…

Dove prendi l’ispirazione?

Spesso (e credo di non essere l’unica) l’ispirazione per una storia o un’idea per un colpo di scena arrivano nei momenti più disparati e quando meno me lo aspetto, ed è per questo che cerco di avere sempre con me carta e penna (anche se devo ammettere che molte volte lo smartphone mi ha salvata permettendomi di prendere degli appunti che altrimenti avrebbero rischiato di svanire). Oppure scaturiscono da un’immagine, una foto, un suono, una parola, uno stato d’animo… in fondo oggi siamo così bombardati di stimoli che spesso alcuni passano inosservati.
Ovviamente, l’ispirazione non è nulla senza una struttura, un nucleo forte, e soprattutto non può prescindere dalla revisione e dalla riscrittura, che spesso diventano una vera e propria ossessione!

Hai qualche buffa abitudine mentre scrivi? Qualcosa che ti caratterizzi e che fai abitualmente durante la stesura?

In effetti, pensandoci bene, ho un’abitudine abbastanza buffa mentre scrivo: poiché tendo a essere una persona sedentaria, a volte mi costringo a camminare o a fare un po’ di cyclette anche se vorrei stare al computer a scrivere, quindi uso un’app di trascrizione istantanea della voce per appuntare delle idee anche mentre sono in movimento, e questo mi dà l’illusione di riuscire a scrivere anche mentre faccio altro.

Quando inizi un libro hai già la storia delineata in mente? Preferisci una bibbia? Scrivi di getto?

In realtà mi capita più spesso di avere idee riguardanti piccoli dettagli, o solo una scena, o un personaggio, una descrizione… da quelli, poi, parto pian piano per sviluppare una storia, che prenderà la forma che vorrà: mi piace pensare che la storia stessa sappia già se diventare una poesia, un racconto, un romanzo o altro. A volte però mi è capitato di avere un’ispirazione improvvisa e rimanere a scrivere al pc per tutto il giorno, terminando una storia fino alla fine. Era come se sapessi già tutto e stessi raccontando qualcosa di realmente accaduto; e, devo dire la verità, capita soprattutto quando riesco a non avere alcuna distrazione, ad esempio se per qualche motivo non c’è internet o non ho con me il telefono.

Con i tuoi libri tendi a voler lanciare al lettore anche qualche messaggio particolare?

Fin dall’università mi sono sempre schierata a favore de “l’arte per l’arte”, almeno questo ho sempre ribadito a me stessa, perché è ciò che sinceramente penso. Tuttavia, quando si scrive e si rischia persino di venire letti da altri (questo è l’augurio che ci facciamo tutti!) penso che inevitabilmente qualcosina cambi. Ovviamente con questo non intendo che ci si sottoponga per forza a una sorta di autocensura, ma sono convinta che inconsciamente almeno in piccola parte si operi una scelta su quello che vogliamo che si legga di noi o che venga associato al nostro nome, come quando ad esempio pensiamo bene a cosa dire, prima di parlare ad alta voce con gli altri (anche se c’è, ahimé, sempre più gente che non lo fa).
In generale mi piace pensare che quello che scrivo possa dare un messaggio forte di solidarietà umana, un amore per i propri simili che sia libero da connotazioni religiose o di altro tipo. Un amore per l’umanità in quanto tale.

Trovi che la scrittura ti abbia cambiato?

Qualche tipo di cambiamento è inevitabile. Sicuramente avere la scrittura costantemente nella mia vita ha cambiato la mia quotidianità, ma di certo anche io nel tempo ho cambiato la mia scrittura, credo sia una modifica reciproca. 
L’unico punto certo è il valore catartico che ha per me, e anche la sua funzione esorcizzante: per me scrivere (o anche leggere) qualcosa ha lo stesso potere dell’esperienza, e può aiutarci a superare degli ostacoli, oppure a materializzare una paura o un desiderio per poi liberarsene.

Spiegami la sensazione che hai provato quando hai pubblicato il tuo primo libro e spendi qualche parola su di esso.

È stata una bellissima sensazione vedere il mio lavoro apprezzato da altri e pubblicato… non so bene come esprimere quel tipo di emozione, ma di sicuro so che dà una carica grandissima per fare un lavoro sempre migliore e che apre al confronto con tanti altri bravi professionisti del settore. È stato come se la mia storia avesse preso davvero vita, come se la pubblicazione avesse in qualche modo legittimato la sua stessa esistenza.

 Cosa consiglieresti a chi si avvicina alla scrittura?

Con il rischio di risultare banale, consiglierei soprattutto di riflettere bene e capire se si ha qualcosa da scrivere, e soprattutto per quale ragione si vuole scrivere. Ognuno ha i suoi motivi, ma se non ci si libera completamente si rischia di risultare poco autentici, poco veri, e questo non è quasi mai apprezzato dai lettori. 
Se si ha qualcosa che si sente di voler dire, però, e si vuole scrivere, consiglio di non perdersi d’animo, soprattutto all’inizio. Io, ad esempio, sono stata e sono ancora vittima della paura del foglio bianco e del blocco dello scrittore. Ci sono due modi per superarlo, e ritengo che siano entrambi validi; si può chiudere tutto e fare altro, e tornare a scrivere quando ci si sentirà più ispirati, oppure si può chiedere aiuto a qualche altra arte: un dipinto, una scultura, un film, una canzone o della musica in generale. L’arte ispira arte, e consiglio di non aver paura di scrivere utilizzandola: male che vada, si avrà in futuro molto materiale da revisionare e da cui partire!

Cosa invece consiglieresti ai lettori? Io ad esempio di leggere anche i ringraziamenti…sono ricchi di soddisfazione…

È vero, spesso è molto interessante alzare il velo su ciò che l’autore ha vissuto mentre scriveva, e spesso i ringraziamenti ne riportano qualche traccia… 
Quello che consiglio in generale ai lettori è di sentirsi liberi: i libri non giudicano! Spesso, infatti, la società ci spinge in qualche modo a leggere un certo genere invece che un altro, per molteplici ragioni. Io invece sono convinta che dovremmo scegliere in base al gusto personale, all’umore e, perché no, a volte anche in base alla copertina! 
Un invito che invece posso fare ai lettori delle nuove generazioni (ma non solo) è di comprendere a fondo che i commenti, le recensioni, i feedback, sono degli ottimi modi per aiutare e supportare gli autori/autrici che amiamo, soprattutto che sono all’inizio del loro percorso…

Quali sono le tue opere? Spendi una breve frase per ogni titolo, se vuoi puoi inserire anche il link di acquisto.

L’unico mio romanzo edito per ora è AquaClan – Due Mondi Lontani, un romanzo che è un misto tra una storia d’amore e di mistero, ambientata in un circo acquatico, di cui lascio la pagina principale dell’editore con i vari link e possibilità d’acquisto (lo si può ordinare anche nella propria libreria di fiducia, comunque, per supportare i librai indipendenti):
https://www.landeditore.it/aquaclan-di-monica-pagliaro/
Un altro mio lavoro pubblicato è un racconto di Natale su Land Magazine, sequel di AquaClan con tutti i vecchi personaggi e anche dei nuovi, di cui lascio il link di acquisto:
https://landeditore.it/ecommerce/prodotto/land-magazine/
Spero di averne di più in futuro!

 Hai qualche progetto futuro che potrei seguire e che vorresti annunciare a chi legge? (e ovviamente a me che ti seguirò)

Come ti dicevo prima, mi dedico anche alla traduzione editoriale e non, e in questo periodo sto terminando la revisione di un noir che uscirà a breve per la Next Chapter Publishing, e la traduzione di un bellissimo romanzo della bravissima Phillipa Nefri Clark.
Per quanto riguarda gli altri progetti letterari, consiglio di tenere d’occhio il prossimo numero di aprile di Land Magazine, su cui ci sarà anche un mio contributo sempre riguardante il circo dell’AquaClan, che se piacerà potrebbe portare a un continuo della storia, chissà…

Indica le tue pagine social / blog…così da poterti far seguire…

Ti ringrazio molto per l’opportunità, Emanuela, e lascio i link a cui potete trovarmi e rimanere aggiornati sulle ultime novità:
Blog: https://monipagliaro.wixsite.com/monicapagliaro
Instagram: https://www.instagram.com/monicapagliaro90/
Facebook: https://www.facebook.com/monica.pagliaro.21/
Twitter: https://twitter.com/monicapagliaro
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/aquaclanduemondilontani

https://emanuelamarrasognandodiscrivere.wordpress.com/2022/02/05/intervista-a-monica-pagliaro-scrittrice/