” Il gelato galeotto “
In quella mattina di agosto Lui era già lì, seduto a quel tavolino del bar e leccava con una sensuale voluttà il suo gelato, prendeva visibilmente piacere a farlo e lo girava sovente, senza farlo colare, quasi geloso di perderne una goccia .
Un esemplare di maschio mediterraneo, virile, bello aitante, con occhi azzurri vivaci e splendenti, che mi trapassavano da parte a parte mentre si posavano su di me, fissando la mia persona senza distogliere lo sguardo.
Lusingata da questo insistente e prolungato sguardo, incominciai a fissarlo anche io e lui sembrava aver capito che mi interessava, quasi sorrideva.
Sorridevo anche io e mi passai le dita nei capelli, segno più che evidente che alla mia età sarebbe stato bello sentire la sua lingua fresca di gelato sul mio viso accaldato non solo dall’afa, ma anche dal rossore di piacere diffuso che sentivo sulle gote.
E incominciai a fantasticare sul seguito di questa storia.
Ormai soggiogata e completamente affascinata dal suo sguardo che persisteva e insisteva a rivolgermi, quasi accecato dalla mia persona, continuava a leccare quel dolce e rinfrescante cono, pieno di crema nocciola.
Con le labbra gli mandai un bacio, lui sorrise, come preso da un improvviso pensiero lascivo.
Terminò finalmente il suo gelato, sempre fissandomi cercò a tentoni il bicchiere , bevve un sorso d’acqua.
Si pulì la bocca lentamente con un fazzolettino, io pensai che aveva modi sensuali e controllati.
Con dispiacere lo vidi inforcare gli occhiali da sole, togliendomi lo spettacolo dei suoi meravigliosi occhi.
Si alzò e senza degnarmi di uno sguardo o salutarmi , dispiegò il suo bastone bianco e se né andò deciso, mentre con attenzione lo spostava da destra a sinistra e da sinistra a destra per evitare gli ostacoli. . .
di Rosa Cozzi
da Storie di amori,delitti e di risate.
DL. 1941/633

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