Parker si sveglia di soprassalto. Il detective, disteso supino sul letto, non impiega molto a capire che si è trattato di un incubo, molto simile a quelli avuti in passato, con la sola differenza che questa volta il mostruoso insetto ha un nome e un volto: la sua ex professoressa di matematica. Il destino non è benevolo nei suoi confronti, mettendogli sulla strada una figura tanto lontana nel tempo e alquanto deleteria nella sua metamorfosi. Il detective pensa che al momento non è il caso, visto l’ora, di soffermarsi troppo sull’argomento e così, dopo aver guardato Norah al suo fianco che dorme beatamente, socchiude gli occhi provando a riaddormentarsi.
***
Alla fine è riuscito con fatica a riprendere il sonno, ma il risveglio non è tra i più felici; affrontare la giornata lavorativa dopo una notte da incubo non è il massimo che ci si può aspettare, quindi è opportuno rimboccarsi le maniche e tuffarsi nella quotidianità. Il lavoro è lavoro, ma darsi un appuntamento fuori dal centro abitato e in un posto isolato, all’interno di un piccolo casolare, è quanto meno insolito.
– Mi scusi per il luogo … – dice l’uomo, un distinto cinquantenne, con un’aria frastornata.
– Be’, non fa nulla – risponde Parker.
– Spero che non mi abbiano seguito. –
Parker l’osserva attonito.
– Di chi parla? –
– Dei miei nemici, i mostri. –
L’espressione del detective si fa sempre più perplessa.
– Mi faccia capire, chi sarebbero i nemici, i mostri come li chiama lei? –
– Sono dei mostri, che lei ci creda o no. –
Parker ha un gesto di incredulità.
– Non metto in dubbio la sua buona fede, ma io su questo argomento ho già i miei problemi … –
– Anche lei è perseguitato dai mostri? –
– In qualche modo, sì … mi dica piuttosto in cosa posso aiutarla. –
– Ad allontanarli e abbatterli se necessario. –
– Di chi sta parlando? –
– Dei mostri, naturalmente. È questo l’aiuto di cui ho bisogno, liberarmi da essi. Non so quanti siano, uno, due, forse tre o magari molti di più. –
– Ci risiamo … – si lascia sfuggire Parker.
– Cosa? – replica l’uomo.
– No, nulla, solo pensieri … senta, credo che lei abbia sbagliato persona, glielo dico con sincerità, io non posso darle nessun aiuto, sono un investigatore privato e non uno sterminatore di mostri. –
– La pagherò profumatamente. –
– Non è questione di denaro, ma di competenze, ed io ne ho abbastanza di mostri, alieni e quant’altro; perché è di questo che stiamo parlando, giusto? –
– Non lo so … –
– Ecco, tutto ritorna, io non sono adatto per questo tipo di lavoro e non posso darle nessun consiglio in merito se non di non perdere tempo inutilmente con me. Le auguro buona fortuna – dice Parker in procinto di porre fine alla conversazione.
– Lei non è tipo di tirarsi indietro, almeno da quello che ne so, perché dovrebbe farlo proprio con me? –
– Da qualche parte bisogna pur iniziare, ed è toccato a lei, mi dispiace. –
– Potrebbe pentirsene … la mia vita è in pericolo. –
– No, non ci casco, questo è un ricatto vero e proprio. Nulla di personale, mettiamola così, diciamo che sono strapieno di impegni e di conseguenza non sarei per lei un buon investimento. La ringrazio per la fiducia augurandole nuovamente buona fortuna. –