Sono nato e vivo a Palermo, ma ho sempre avuto lo spirito del viaggiatore curioso. ​M​i trovavo nella stazione ferroviaria di Bolzano​, temporalmente nel bel mezzo di un periodo di quasi tre anni in cui, per motivi di lavoro​,​ calpestavo​ prevalentemente​ il suolo austriaco. Mi capitava spesso di percorrere con un treno le valli che dal Brennero​ ​portano giù verso latitudini italiane. Era il mio desiderio di respirare l’aria della patria che mi aveva dato i natali, di percepirne i suoni, gli odori, di sentirne la lingua pur essendo consapevole che​ ​l’Alto Adige risente, sia per tradizioni che per scelte politiche, dell’influenza del mondo tedesco. Era una fredda giornata del dicembre del 2005, ero solo perché tendevo a non stringere amicizie sapendo che quello era uno spaccato della mia esistenza, che presto si sarebbe interrotto e che presto avrei respirato nuovamente l’aria salina​, agrumata ​e tiepida della Sicilia.

Per un siciliano come me le alte vette che circondano la conca di Bolzano, il pianoro dove l’uomo ha costruito questa meravigliosa città​,​ rappresentavano una grande attrazione nutrita dalla mia innata curiosità. Non dimenti​cando​ che la Sicilia ha anch’essa le sue vette, non sono tantissime, ma ci sono​. I 1979 metri di altitudine del Monte Carbonara che si erge nel complesso montuoso delle Madonie​; ​i 3.357 metri dell’Etna, il vulcano più alto d’Europa​; le dolci e avvolgenti alture dei Nebrodi e dei Peloritani, meno avvezze a toccare il cielo​ nelle sue sfere più alte.​ Altre atmosfere vivevo in quella mia giornata altoatesina. Avevo visitato Piazza Walther, la via dei Portici, il Duomo Maria Assunta, la Chiesa dei Domenicani luoghi carichi di storia e d’arte dominati dal Monte Tondo, Grumer Eck, l​a montagna ​tondeggiante che sovrasta il centro storico​,​ con la croce che di notte è visibile per molti chilometri di distanza. ​In un bar del centro città avevo gustato un vin brulè​ accompagnato da biscotti di pasta sfoglia e zenzero. Il cielo volgeva al​la penombra del tramonto, era terso e il chiarore di sprazzi di neve caratterizzava la linea dell’orizzonte.

Pastiglie Leone alla cannella

Secondo i miei calcoli il treno Eurocity Brenner 82,​ partito da Bologna nel tardo pomeriggio,​ si trovava nei pressi di Trento dopo che, a partire dalla stazione di Verona, aveva imboccato la valle dell’Adige risalendola per intero proprio fino a Bolzano. Avevo tutto il tempo di percorrere a piedi il Viale della Stazione, acquistare il biglietto e vivere ancora qualche istante in terra italiana, prima di proiettarmi verso nord transitando dal Brennero, da Innsbruck e poi deviando​, dopo un cambio treno,​ verso ovest fino a giungere a Bludenz nel Voralberg austriaco. Nel marciapiede del binario di corretto tracciato di arrivo e partenza del mio treno sorgeva un piccolo bar. Faceva troppo freddo per non desiderare un caffè da gustare al caldo del locale. Lo ​sorseggiai con piacere, ma era ora di immergermi nuovamente nel freddo sotto la pensilina del binario. Stavo per pagare quando ​la mia attenzione fu attratta da un​ elegante espositore dove facevano bella mostra le confezioni delle pastiglie Leone. Fui colpito visivamente dall’eleganza de​gli scatolini e dei caratteri in ess​i​ impress​i​. Al tatto, avendone presa una confezione​,​ mi diedero una bella sensazione. Per l’olfatto e il gusto dovevo attendere qualche minuto​. Ne acquistai 3 confezioni: volevo portare con me un pezzetto d’Italia in Austria.

Taurus elettromotrice austriaca

L’altoparlante intanto annunciava l’entrata elegante dell’intercity in stazione, il macchinista si fece sentire palesandosi con un lungo fischio del locomotore che​,​ nell​a​ Taurus delle ÖBB austriache posta in testa al treno, ​ricorda ancora oggi il verso potente di un’anatra che starnazza. Salii sul treno e mi accomodai in uno scompartimento vuoto, continuai la lettura del mio quotidiano​ preferito, La Repubblica, che avevo acquistato la mattina. Qualche minuto prima ​avevo scartato la confezione delle pastigli​e​ Leone, alla cannella nella fattispecie. ​Adesso ne sentivo il piacevole profumo e il gusto che evocava le origini lontane della cannella. ​Ebbi una piacevole sensazione, una sorta di effetto consolatorio​ e di piacevole scoperta,​ approssimandomi a varcare il confine ​austrico ​per l’ennesima volta​, molto lontano dalla mia terra d’origine.​

Antonino Schiera (breve storia realmente accaduta – Tutti i diritti riservati)