La CUB SANITA’ ALESSANDRIA denuncia la confusione che regna nelle strutture sanitarie della provincia di Alessandria

Spett.redazione

La CUB SANITA’ ALESSANDRIA denuncia la confusione che regna nelle strutture sanitarie della provincia di Alessandria; confusione che ha raggiunto livelli indescrivibili. A patire tale confusione sono gli utenti dei servizi ed i dipendenti delle medesime strutture.

Avevamo, nelle scorse settimane, sottolineato l’ostinato atteggiamento persecutorio nei confronti dei dipendenti che non hanno aderito alla campagna vaccinale; campagna vaccinale che si è rivelata, nel corso di questo autunno, inefficace, e che ha costretto un numero sorprendente di dipendenti pluri-vaccinati a trascorrere settimane in malattia perché infettati da Covid.

Avevamo messo in evidenza come tale atteggiamento ostinato e persecutorio risponda a logiche che con la salute delle persone non c’entrano nulla. Il susseguirsi di decreti legge, circolari e note, non di rado contraddittorie, ha avuto quali prima e diretta conseguenza quella di erodere i diritti dei cittadini. Le leggi, almeno le più importanti, anche e soprattutto quelle che riguardano i rapporti di lavoro, devono avere carattere universale e duraturo, devono valere per tutti e devono poter essere di facile interpretazione, per evitare che chi ha potere possa esercitarlo in modo arbitrario.

Bene, in provincia di Alessandria, a causa del moltiplicarsi di interpretazioni da parte di aziende pubbliche, private ed ordini professionali, i guariti da covid possono o non possono tornare a lavorare a seconda delle convenienze di qualcuno, a seconda delle decisioni arbitrarie dei funzionari, a seconda degli orientamenti ideologici di chi dovrebbe, invece, avere a cuore il buon funzionamento dei servizi sanitari. 

La confusione e l’arbitrio regnano sovrani, il diritto è oggetto di scherno da parte dei dirigenti. Nella stessa provincia, a pochi chilometri di distanza, abbiamo strutture che consentono alle persone guarite da Covid di lavorare, ed altre che non lo consentono. Persone sospese che dovrebbero essere reintegrate non vengono reintegrate per via di atteggiamenti ostinati e persecutori verso una categoria di individui. Lo stato di emergenza, o meglio lo stato di eccezione in cui stiamo vivendo ci ha portati ad una situazione analoga a quella descritta da Manzoni nella Milano del 600, dove la legge veniva sostituita dagli ordini di bravi e potenti.  

La retorica che in questi anni ci ha accompagnati non poteva che portare a questa situazione disastrosa, dove la programmazione e l’attenzione verso la cura della persona hanno ceduto il passo ad atteggiamenti e decisioni che testimoniano il degrado della nostra sanità, pubblica e privata, e della nostra Repubblica, scivolata, a dispetto di chi riteneva che “ne usciremo migliori”, nella peggiore delle oligarchie. Anche nella sanità si sono andati consolidando gruppi che non possono essere chiamati dirigenti; essi testimoniano con la qualità dei servizi e con il trattamento che riservano ai lavoratori ed alle lavoratrici, il degrado morale e civile che ha causato l’epidemia, di cui è esempio il problema sopra descritto. 

La CUB SANITA’ ALESSANDRIA pretende il ritorno alle leggi, al diritto, ovvero all’osservanza di norme durature ed uguali per tutti, che regolando i rapporti di lavoro ed il rapporto tra cittadini e servizi sanitari scongiurano il caos in cui siamo finiti e ripristinano il normale vivere civile. 

La CUB SANITA’ ALESSANDRIA ritiene il susseguirsi di “di stati d’emergenza” e “stati d’eccezione” un grave pericolo che ci avvicina alla fine dello stato di diritto.  

CUB SANITA’ ALESSANDRIA