Lida Coltelli nasce a Lucca il primo giorno di Primavera del 1962. Figlia unica di Giannasi Francesca e di Coltelli Giuseppe, poeta, scultore e scrittore di “maggi” garfagnini, eredita dal padre l’amore per la scultura, la storia e le antiche tradizioni popolari e rurali. Trascorre tutta l’infanzia e parte dell’adolescenza a Vagli di Sopra, il suo “rifugio” per eccellenza, finché si sposta per motivi di studio a Livorno, la sua “seconda casa”, ospite degli adorati zii materni.

Dopo una breve parentesi lavorativa a Vicenza, altra città a lei molto cara, torna definitivamente in Toscana.

Attualmente vive con il compagno e le due figlie gemelle a Donoratico, dove lavora come docente di Scuola Primaria.

Detesta l’arroganza e la falsità. Le piace dipingere, scolpire il marmo, scrivere poesie, giocare a scacchi, recitare in teatro. La rilassa cucire, fare l’uncinetto o lavorare ai ferri… adora i gialli storici e i gatti.

Ma, soprattutto, ama incondizionatamente il proprio lavoro d’insegnante.

Sono una curiosa per natura, ho fatto alcune domande alla cara Lida, incuriosita soprattutto per la scelta del linguaggio dei protagonisti, fedele al periodo in cui viene ambientato il romanzo. Direi che anche per questo non ci troviamo di fronte al solito racconto ma un accurata, minuziosa ricerca storica.

Un libro partorito da una scrittrice originale, intrigante, insolita, un modo di scrivere che ci fa calare in quell’esatto periodo storico. Diventiamo e siamo tutti Ludovico Ariosto.

Intanto ti farò una domanda classica anche perché hai mandato una tua breve biografia e la sinossi del romanzo. Allora la prima domanda che ti pongo- come è nata la passione di scrivere?😂😂questa è di obbligo

È nato dall’incontro fortuito di alcune lettere scritte da Ludovico Ariosto al Duca Alfonso nel periodo in cui era stato nominato Commissario Estense in Garfagnana. ho scoperto che poteva essere interessante costruirci un giallo storico, e così è stato. Della serie “come complicarsi la vita”😜 Già è difficile costruire un giallo seguendone i criteri un giallo storico è ancora più complicato. Io, poi ho cercato di utilizzare, dove è stato possibile, solo personaggi realmente vissuti nel periodo storico di riferimento. Ho usato date, fasi lunari, calendario, location, hore italiche, anziché francesi.

Poi insolito ambientare un romanzo in un periodo in cui investigare era difficile. Ti sei documentata come avveniva il lavoro investigativo o frutto della tua fantasia?

Certo che sì! Il lavoro di documentazione in un giallo storico è determinante e preponderante! Non si può scrivere niente di storico senza aver fatto ricerche approfondite, che occupano la stragrande maggioranza del tempo. Ad esempio, non si può scrivere che nel 1522 i protagonisti si mangiavano una bella insalata di pomodori! Visto che i pomodori, in quel periodo venivano usati esclusivamente come pianta ornamentale.

Il nome poi di un grande letterato l’hai fatto indossare a questo insolito investigatore.

In effetti, non è così insolito come sembra! Noi tutti siamo abituati ad un Ariosto letterato, poeta, commediografo, ma pochi sanno che lui è stato anche un politico, un ambasciatore, un diplomatico e… udite udite…un COMMISSARIO! Ha ricoperto il ruolo di Commissario per conto degli Estensi nell’arco di tre anni, dal 1522 al 2525, in Garfagnana.

So che hai iniziato il secondo libro, con lo stesso protagonista, l’hai finito e ci delizierai ancora con questo personaggio insolito?

Sì…posso annunciare che il secondo libro è in fase di stampa con un CE DI LUCCA molto seria http://www.tralerighelibri.com

Una cosa che non si può fare a meno di notare è il linguaggio…i dialoghi sono scritti in cinquecentesco con tanto di “errori ed orrori” legati alla terminologia e alle consuetudini linguistiche dell’ epoca…da cosa nasce questa scelta?

La scelta nasce appunto dalla necessità di non staccare troppo il lettore dal contesto storico. In effetti, in un primo momento trovarsi davanti a dei dialoghi ( solo i dialoghi ) in italiano antico spiazza un po’ il lettore…tuttavia ci si abitua facilmente, e la lettura rimane scorrevole. Sono comunque contenta della mia scelta…chiunque abbia letto il libro mi ha dato un ottimo feedback sul linguaggio…mi hanno confermato che li ha calati ancora di più nella storia e nell’ambientazione.

Ultima domanda…Perché consiglieresti l’ acquisto del tuo libro?

Perché è un libro piacevole, divertente, interessante…Perchè mostra il poeta Ariosto da un’ottica diversa, più umana e accattivante, che è quella “storica” del “Commissario Estense” con i dubbi, le paure e l’impegno che questo ruolo comportava. Perché potrebbe essere interessante anche per degli studenti che devono studiare un Ariosto più ” serioso” Perchè è un giallo storico che ha richiesto uno studio approfondito del contesto di riferimento…Perchè i dialoghi tra i personaggi (per la maggioranza realmente esistiti) sono in italiano antico e direi che non è cosa da tutti i giorni😜 Per il resto, che dire…Scriverlo anzi, scriverli (visto che sono due finiti e sto scrivendo il terzo) è stato abbastanza faticoso ma la cosa più difficile è stata staccarsi dai personaggi a cui mi ero affezionata…Non è stato facile lasciarli andare…Jacopo il baricello che affianca Ariosto, Velia la sua perspicace domestica…ma di loro vi racconterò un altra volta…😍

Devo dire che mi hai incuriosita molto e leggerò con interesse il tuo secondo libro.

Ovviamente consiglio di leggerlo, anzi consiglio di leggere, fa bene al fisico,

al cuore, alla mente perchè fa viaggiare

Lida Coltelli CE DI LUCCA http://www.tralerighelibri.com