TI ORDINO DI MORIRE di CLAUDIO CREPALDI

Nel mondo sono esistiti e continuano a esistere a tutt’oggi molti personaggi che con la loro arroganza, voglia di supremazia, crudeltà, potenza e ricchezza, hanno sacrificato milioni di esseri umani, diventando spietati criminali.
D’abitudine quando si parla di stermini, nominiamo sempre la Germania nazista, con Adolf Hitler, colpevole di un grande massacro nella storia dell’umanità. Purtroppo, Hitler non è stato l’unico criminale colpevole di genocidi, stermini, violenze e deportazioni, molti altri loschi personaggi, sconosciuti ai più, lo hanno eguagliato e a volte superato, ma delle loro vittime innocenti non se ne parla mai o se ne parla molto poco.
Se vogliamo creare un mondo migliore o almeno provare a creare un mondo migliore, dobbiamo conoscere anche questi malvagi criminali, e soprattutto ricordare i milioni di vittime da loro causate. La Giornata della Memoria che ogni anno noi giustamente ricordiamo, dovrebbe ricordare non solo le vittime dell’Olocausto ma anche queste vittime innocenti che sono in numero maggiore. La Giornata della Memoria dovrebbe essere rivolta a tutti i soldati e civili morti non per loro volontà, ma per il volere di un criminale.
In questo libro si elenca un gran numero di dittatori assassini del passato e del presente, da Gengis Khan a Mao Tse-tung, da Attila a Iosif Stalin, da Tamerlano a Saddam Hussein ecc. una sessantina di personaggi colpevoli di genocidi, che sono solo una piccola parte di sterminatori del proprio popolo.
Oggi si parla solo di Putin, come invasore criminale, dimenticando che fino a ieri era quasi proibito parlare degli stermini dei comunisti, tenuti nascosti dalla politica italiana, come era quasi proibito parlare dell’appoggio del Vaticano nel far scappare i nazisti in altri paesi a far sì che non venissero catturati e processati. Tutto questo e molto altro nel “Ti ordino di morire”.
“Uccidere per non morire o morire per non uccidere” “ Diventare un assassino o un martire” Questo si chiedono e si chiedevano milioni di soldati costretti a una guerra non certamente voluta da loro.