Iris G. DM

Raro il tempo dei miracoli,

della fede cieca, dei rimpianti,

riposti in un cassetto,

avevano l’odore di mela cotogna,

del suo albero antico di rosa selvatica.

Lei amava i mobili di sua nonna,

la madia di farina e di grosso pane.

La lavanda nei vasi rossi della sua casa,

io che l’amavo e non sapevo dirlo,

entravo ed uscivo,

non ritornavo e poi tornavo,

una marea del mio cuore,

una tempesta che mi allontanava.

Mi svegliavo, a volte, per vederla dormire,

i capelli come un nido,

la bocca rosso sangue.

Amava troppo e non lo nascondeva,

correva a piedi nudi, scendeva le scale,

follemente verso il mare,

mi diceva sempre che si può morire,

anche nel cuore.

Non ricordo, ma la persi,

non la trovai,

i suoi capelli arruffati come un nido,

il suo affacciarsi all’alba,

la sua fame e non la trovai.

Ora so che si può morire senza morire,

anche nel cuore. Iris G. DM

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