Foto Pexels

1 su 2 taglia carrello della spesa. I costi aumentano tra speculazione e rincaro energetico

Prezzi: l’inflazione pesa su tavole e vacanze di Pasqua, le uova a +4,5%

Nella top ten aumenti con +23,3% gli oli di semi, doppia cifra anche per la pasta (+13%)

Quasi un alessandrino su 2 taglia (49%) la spesa nel carrello a causa dell’aumento record dei prezzi trascinato dai rincari energetici e dagli effetti della guerra in Ucraina che riduce il potere d’acquisto dei cittadini.

E’ quanto emerge dai risultati di un sondaggio Coldiretti. A causa delle fiammate inflazionistiche un altro 13% dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 38% non ha modificato le abitudini di spesa.

A crescere sono anche i costi per il menù tradizionale di Pasqua con rincari che vanno dal 4,5% per le uova al +4,9% per la carne di agnello mentre al ristorante i conti sono in aumento del 3,6% ed i servizi di alloggio in alberghi e pensioni del +9,3%, per chi coglierà l’occasione per qualche giorno di vacanza.

In vetta alla classifica degli aumenti con un +23,3% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole che risente del conflitto in Ucraina che è uno dei principali produttori e ha dovuto interrompere le spedizioni causa della guerra, mentre al secondo posto c’è la verdura fresca, con i prezzi in salita del 17,8%, di poco davanti al burro (+17,4%).

Rincari a doppia cifra anche per la pasta (+13%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte, così come per frutti di mare (+10,8%) e farina (+10%).

A seguire nella graduatoria degli aumenti, carne di pollo (+8,4%), frutta fresca (+8,2%), pesce fresco (+7,6%), con i gelati (+6,2%) a chiudere la top ten, dalla quale esce invece il pane, pur se in aumento del 5,8%.

“Se i prezzi per le famiglie corrono, spinte dal caro energia e dalla guerra, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare, con i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori che non riescono ormai neanche a coprire i costi di produzione. Più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Uno tsunami che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole. Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea.

Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. In difficoltà serre e vivai per la produzione di piante, fiori, ma anche verdura e ortaggi seguiti dalle stalle da latte. Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

Ufficio Stampa e Relazioni Esterne

Coldiretti Alessandria

Corso Crimea 69

15121 Alessandria

+39 0131 250700 int. 623

ufficiostampa.al@coldiretti.it

logo
facebook.pngtwitter.pnginstagram.pngcid:image006.png@01D63B2C.39B177E0