L’idea gli è venuta quando ha detto a una persona che non poteva pagare di passare dal locale dopo le due del pomeriggio, quando avrebbe potuto dargli quel che era rimasto in cucina. «Era un nuovo povero – spiega Fabio Ruvolo, presidente della cooperativa sociale Etnos – una di quelle persone per cui mostrarsi in difficoltà è peggio che esserlo, uno di quei tanti rimasti improvvisamente senza lavoro e sostentamento. E ho pensato che non era giusto dargli i resti, per quanto ottimi fossero. Che la povertà non era uno scarto. E che bisognava trovare un’idea di mensa davvero inclusiva». Così è nato il progetto Open Food a Caltanissetta, che da martedì offrirà a tutti gli avventori pietanze a 1 euro, che siano primi, secondi, contorni o dolci. Per tutti la stessa cifra: professionisti, studenti, impiegati, famiglie, e anche loro, i poveri. Vecchi e nuovi.

Con la possibilità, per chi vuole e può, di donare un ulteriore contributo inquadrando semplicemente un QR code contenuto in una “cartolina del dono” distribuita nel locale, attraverso un bonifico o Paypal. E attenzione, il cibo sarà di prima scelta, per lo più a chilometro zero, fornito da Coldiretti, cucinato da tre chef nelle cucine professionali di un vicino Istituto, l’Ipab Testasecca, e portato sul posto in pochi minuti con un furgone che ha possibilità di mantenere il cibo caldo o freddo.

Il locale si chiama Equo Food. “Sposiamo l’idea di dare dignità alla povertà”, dice il sindaco Roberto Gambino. Gli fa eco il presidente della Croce Rossa di Caltanissetta: “Abbiamo pensato a un luogo dove la gente possa ansare a mangiare senza sentire sulle spalle il peso del proprio disagio economico”.

Ne parla Laura Anello su La Stampa