Silvia Rosa

Tutta la terra che ci resta
Prefazione di Elio Grasso

Vydia editore, 2022

*

La biblioteca bibliomantica e bibilioromantica di oggi ci regala un testo estratto dalla nuova silloge della poeta Silvia Rosa.

Nella sua prefazione Elio Grasso scrive: “Ecco che Silvia Rosa, accuratezza visiva alla mano e
nella borsa cose difficili da descrivere, ottiche e microcircuiti d’energia oltrepassanti la forza umana, percepisce (e, a valle, scrive) acutamente la verità e le relazioni di un ammasso estetico-tecnologico che da Ovest a Est, da Cupertino a Shenzen, ha occupato tutti i territori geografici, casalinghi e infine corporali.

Il grido dell’umanità del qui e ora dai testi che ho letto con attenzione mi arriva acuto e plumbeo come una stilettata in questo lavoro certosino della Rosa, opera nella quale io non ritrovo lo sguardo di donna colta alla finestra da un pittore fiammingo, lo stesso clima intimista dell’anima che permea le stagioni, il medesimo canto che ho ascoltato in “Tempo di riserva”. Là e allora c’era un preparato alchemico permeabile alla simbologia antica fatta di madri e di figlie, di mogli e di bambine. Un mondo a tratti ibseniano, pulsante miocardio individuale con la rivolta nel sangue. Qui, nella “terra che resta” tra le mani e negli occhi, l’uovo covato a lungo dalla Papessa (arcano II), ci conduce alla carta successiva, l’Imperatrice (III) estratta dalla stessa Rosa, su mia richiesta, e porta alla luce il nucleo nero-rosso, il fulcro radioattivo, l’uranica voce forte della specie nel collettivo andare oltre le specie, oltre i limiti. Dal guscio fatto a pezzi sulla strada, il tuorlo della visione emerge lucido. Sarebbe davvero facile scrivere “distopia”. Nella ricerca umana e letteraria di Silvia Rosa, l’utopia e la distopia coesistono nel suo quotidiano tessere i picchi alle valli, senza mai concedersi una sosta che possa dirsi definitiva. La preziosa cura della parola viva.

*

Vado a pagina… 71! Ed ecco: 7+1 = 8 = arcano della Giustizia. Tenere in mano la spada e la bilancia, provare a sentire il peso del cuore, se il sentimento tira giù la piuma e ci distoglie dal procedere, se siamo degni della nostra umanità. La Giustizia è la nostra colonna vertebrale, è nelle braccia attive, nell’utilizzo dello spirito analogico unito al digitale, tra cultura e natura.

Silvia Rosa: https://www.larecherche.it/biografia.asp?Tabella=Biografie&Utente=silviarosa

*

ESTRAGGO:

La progressione del grigio è compiuta
– guarda – il nervo ottico è un ingranaggio
larvale, frastagliato e composito: ora possiamo
osservare in uno schermo HD il simulacro
delle nostre esistenze, scrollarci di dosso
lo strappo della nascita, in modalità multifocale
scrutare attentamente lo spettro luminoso
delle nostre cellule e scremarle affinché
la lattescenza in nuce prenda congedo:
nella qualità del nero stiamo acquattati
a fissare su lamine le distorsioni impresse
al movimento ondulatorio, siamo
in contemplazione di noi, dei nostri
riflessi che rimbombano. Un giorno
non ci ricorderemo più il senso
dell’orizzonte, il morso del cielo
e la sua traccia turchina sulla retina.

*

Mantica: prima che arrivi quel giorno, quali altri/e sarai?

*

A mercoledì!

Valeria Bianchi Mian | Puoi scrivermi alla mail dott.ssavaleriabianchimian@gmail.com

Ph. Silvia Rosa