Parker si è preso una grossa responsabilità, e lo sa benissimo; se dovesse scomparire un altro cane, l’avrebbe sulla coscienza come un macigno, un’ipotesi che tiene lontano dalla mente anni luce, promettendosi di risolvere il caso nel più breve tempo possibile. La pista, al momento, su l’unica persona sospettata, va approfondita, e non c’è modo migliore di farlo subito, mentre è a portata di mano, seguendone ogni sua mossa, evitando di farsi scorgere. Il presunto Killer dei cani si sposta di qualche metro, seguendo sempre con lo sguardo, mascherato da occhiali scuri, il gran movimento degli animali. Si tratta di una persona ambigua, su questo non ci sono dubbi, quanto basta per attirare su di sé la dovuta attenzione. Il fiuto del detective non sbaglia mai e, anche questa volta, grazie anche alla dritta del padrone di Bill, la sua percezione dice che è sulla giusta strada. Parker osserva il suo uomo standosene seduto sulla panchina, fino a quando questi, dopo un’ora, non decide di andarsene. Il detective lo segue a piedi per circa quasi un miglio, fermandosi in prossimità di un vecchio palazzo di dieci piani, in cui l’uomo si addentra. È lì che probabilmente abita, non molto distante dal parco dove sono avvenute le scomparse dei cani. “Per oggi va bene così”, pensa il detective ritornando indietro. Gli appostamenti e i pedinamenti potrebbero durare a lungo, sempre che sia lui il responsabile da smascherare, e non è detto che agisca nell’immediato; quindi, la cosa migliore da fare, a scanso di equivoci, è scoprire quante più cose possibili sul misterioso uomo. Gli ha scattato alcune foto con il cellulare mentre era al parco, non è perfettamente riconoscibile per via degli occhiali scuri, ha l’indirizzo dove abita e questo potrebbe essere più che sufficiente per scoprire la sua identità e indagare sulla persona. Per Jennie avere notizie al riguardo è un gioco da ragazzi.

«Vive da solo in un appartamento di quel palazzo; i suoi genitori sono morti, non ha sorelle o fratelli, niente moglie e figli. Ha svolto diversi lavori, fra cui anche l’investigatore privato» dice la donna.

«Ma non mi dire?» replica Parker, seduto dietro alla sua scrivania mentre beve il caffè.

«È proprio così; un’esperienza durata poco più di due anni e, da quel che so, con risultati poco soddisfacenti. Ha dovuto chiudere bottega di corsa e scappare via prima che fosse linciato da qualche cliente furibondo» racconta Jennie, seduta dinanzi.

«Un concorrente» osserva col sorriso sulle labbra il detective.

«Nessuno può competere con noi» afferma sulla stessa falsariga la donna.

«Naturalmente era sottointeso; sono di parte, non è il caso di darmi troppe arie. Cos’altro sappiamo sul nostro uomo?»

«Attualmente non lavora, la sua vita sociale è praticamente inesistente.»

«Un solitario.»

«Sembrerebbe proprio di sì» dice Jennie.

«Ma sfogarsi su quei poveri cani indifesi … »

«Qui viene il bello» replica la donna.

«Immaginavo che ci fosse dell’altro» dice il detective.

«Ha avuto un cane.»

«Ci avrei scommesso.»

«Non lo faceva uscire mai di casa.»

«Anche su questo ci avrei puntato a occhi chiusi.»

«L’animale abbaiava di continuo disturbando i condomini, i quali più volte hanno richiamato l’uomo chiedendogli di porre rimedio al problema. Sembrerebbe che, oltre ad abbaiare, sentissero il cane lamentarsi come se fosse in balia di pericolo.»

«Vuoi vedere che nessuno ha denunciato il caso a una delle tante associazioni animaliste?» osserva il detective.

«Proprio così, nessuna denuncia» risponde Jennie. «La storia si è protratta per diversi mesi, poi silenzio assoluto, nessuno sentì più nulla, né tanto meno di aver visto il cane.»

«Un epilogo alquanto sospetto» dice Parker, bevendo il caffè. «L’uomo che mi ha affidato le sue teorie ci ha visto bene» continua il detective riferendosi al padrone di Bill.

«Ci siamo!» esclama la donna.

«Sì, è lui il Killer dei cani; dobbiamo dimostrarlo, coglierlo sul fatto.»

«Pensi che stia per scendere in azione?»

«Sì, ho questa sensazione; non prolungherà ancora per molto la sua presenza al parco, perché sa di creare sospetti, quindi toglierà il disturbo quanto prima.»

«Non da solo» dice Jennie.

«Ci puoi contare; per me ha già scelto il cane da portare via. Noi glielo impediremo, porremo fine una volta per tutte alla truce attività.»