
GUERRA E PROPAGANDA, DA MARIUPOL A TWITTER
Le città del Donbass sono nel mirino di Mosca, ma le truppe del Cremlino sono pronte ad intensificare i bombardamenti. Quattro missili hanno colpito in mattinata la regione di Odessa (senza vittime). I porti della regione ucraina sono al centro delle preoccupazione dell’Onu: se da Odessa non ripartono le navi cariche di grano (bloccate dalla flotta russa) si rischia una carestia su larga scala. Intanto la diplomazia smarrisce l’aplomb anche su Twitter.
Ogni giorno l’ambasciatore americano a Tokyo Rahm Emanuel (ex capo di gabinetto di Obama) e il suo omologo russo Mikhail Galuzin, si scambiano accuse cinguettando sul social. Sul giornale tireremo le fila dello scontro diplomatico e sul campo. Eppure, ieri Zelensky aveva aperto alle trattative sulla Crimea. Ma oggi è arrivato l’alt dell’Alleanza atlantica: “I membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea”, ha detto il segretario generale Jens Stoltenberg.
Da Mosca arrivano nuove accuse alla Casa Bianca: gli Stati Uniti “partecipano alle ostilità in Ucraina – ha affermato il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin sul suo canale Telegram -. Non si tratta solo della fornitura di armi e attrezzature, Washington coordina e sviluppa le operazioni militari”. È l’eco dello scoop del New York Times: secondo il quotidiano americano, gli Usa avrebbero fornito informazioni strategiche alle forze ucraine.
Lo scambio di accuse continua anche sulla acciaieria Azovstal: civili ucraini come scudi umani (dicono alcuni); “torture” di Mosca, ribatte Zelensky. Sul giornale faremo il punto sullo stabilimento di Mariupol – dove ancora sono asserragliati civili – per distinguere i fatti dalla propaganda. E offriremo una panoramica sulle guerra annegate nel silenzio, come quella in Kurdistan.
