Crudi livori germogliano in coro,
scavano solchi, e trepidi brividi
affiorano come picche taglienti
lacerando il fiato di mille parole.
Immagini rotte di liriche note
piovono a iosa nella mia mente.
Da ogni brandello si erge sognante
un fertile seme d’universo,
un solitario granello dimenticato
dal tempo che come d’incanto
diventa poesia.
Ecco! Dal “seme d’Universo” è lì che la pianta del dolore immemore s’annida e germoglia…si…poesia. 🙂
E dal dolore germoglia la poesia.
Si Caterina e tu sai nutrirne i petali <3
Wow che bella!
Grazie di aver gradito.