Il malumore serpeggia tra i passeggeri.

– Sembra una storia infinita – osserva con sarcasmo un uomo sulla sessantina. – La tempesta e passata ma, per uno strano motivo, non mi riesce di essere ottimista. –

– Come si fa a essere ottimisti dinanzi a una visione così deprimente… – replica un altro passeggero. – Solo gli avvoltoi, gli opportunisti, chi è insensibile per natura può gioirne. –

– Un intero esercito. –

– Sicuro. È la vita, mio caro signore, e non dovrebbe per nulla sorprenderci. –

– Per ogni disastro, c’è chi sprofonda nelle tenebre e chi, improvvisamente, viene investito da una luce splendente, rigenerante. –

– Esatto! Ci siamo capiti perfettamente. –

– Io non capisco invece cosa c’entriamo noi con tutto questo – replica una donna matura, rigorosamente in piedi come gli altri due interlocutori. – Siamo stati vittime della forza immane della natura, ed è normale che, coloro che non abbiano vissuto personalmente questa esperienza se ne stiano dall’altra parte della barricata a osservarci, ognuno con un suo criterio, che può essere compassionevole, ipocrita e egoista, come preferite; è lo status dell’uomo, da sempre, non dobbiamo dimenticarlo. –

– No, non l’ho dimenticato; il mio pensiero non si discosta dal suo, anzi, ci va a braccetto. Ci pensi bene, e vedrà che è così. –

La donna dopo un momento di perplessità, si lascia andare in un silenzio consenziente.