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Si aggrava la situazione in tutta la provincia, produzioni Made in Italy a rischio

Definire priorità di uso dell’acqua disponibile, precedenza all’agricoltura per garantire cibo

Entra nel vivo la fase della trebbiatura in provincia e sale il conto dei danni causati dalla siccità che assedia città e campagne, corsi d’acqua svuotati e campi arsi dove i raccolti bruciano sui terreni senz’acqua ed esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali con i foraggi bruciati dal caldo.

E’ quanto afferma Coldiretti Alessandria nel tracciare l’ultimo drammatico bilancio di un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate e produzioni agricole devastate.

Le previsioni, a livello territoriale, fanno registrare per il frumento tenero una riduzione del 30% e del 50% per il mais (20.200 ettari per una produzione di 2.065.125 quintali*), quest’ultimo in grave sofferenza soprattutto nelle zone limitrofe della pianura dove non riescono ad arrivare le irrigazioni di soccorso, in particolare nella zona dell’acquese ma in tutta la provincia la situazione è da “stato di calamità”.

“Un panorama rovente che peggiora con l’ondata di calore che prevede nei prossimi giorni temperature oltre i 40 gradi con le falde sempre più basse mentre si moltiplicano le ordinanze dei comuni per il razionamento dell’acqua – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. In questa situazione di profonda crisi idrica, oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti, è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina l’Italia ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale”.

L’assenza di precipitazioni colpisce i raccolti in una situazione in cui l’Italia è dipendente dall’estero in molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 56% del grano duro per la pasta e il 73% dell’orzo.

Un’emergenza nazionale che riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali.

“Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. A fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, chiediamo che venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati con l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, dalle Regioni alle Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, per cooperare ad una gestione unitaria del bilancio idrico”.

Più di ¼ del territorio nazionale (28%) è a rischio desertificazione con una situazione di grave siccità dove la grande sete minaccia un territorio del bacino padano che rappresenta più del 30% del Made in Italy agroalimentare.

(*) elaborazione Coldiretti Alessandria su dati Istat

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