E andando nel sole che abbaglia
                               sentire con triste meraviglia
                      com’è tutta la vita e il suo travaglio
                         in questo seguitare una muraglia
                         che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
.(Montale)

Si acquieta il ruggito della città alla controra

sotto sciabolate di sole sul peso dell’aria:

cocciuti balconi tentano ancora un’ombra

dismessa sulla strada dove a fiotti

macchie rosse di gerani s’affacciano

a rompere la bianca abbacinante chiarìa.

Tutto tace nell’asfalto che giace sfiancato

sotto passi di piombo e stridore lontano

di treni lucidi vermi d’acciaio che fendono

un mare di gialle messi  nel sole affogato .

Solo occulte cicale a frinire nella riarsa

chioma di pino solitario sulla piazza 

dove tenaci piccioni illusi alla vita cercano

inutilmente briciole di realtà dismesse.

Nello sbadiglio di ore di calce e di gesso

sentire come nella quiete irreale corra

il tempo senza  sosta nell’ombra

immateriale dei pensieri nel  fesso

d’un muro insieme a rosse formiche .