
LA MACCHINA DEL TEMPO, di Yuleisy Cruz Lezcano
I miei occhi si son fermati
sui sassi che racchiudono figure rosse.
E poi?
Arriva il silenzio del rumore!
Un uccello dall’alto, come tirassegno,
mi lancia sulle mani una chiave mobile.
Attorno allo sguardo, il paesaggio…
si apre una finestra,
mi fa capire chi eravamo, chi siamo e chi ero.
Da allora spero
di tornare nel Castello Pietrarubbia
per ributtarmi nella macchina del tempo,
solo per il bisogno di muovermi come cosa persa
e nel passato, immersa,
scomparire
fra gli oggetti, fra i quadri e le cose
che sto guardando,
mentre respirando, traduco
parole incomprensibili,
in emozioni.