In un breve componimento scritto nel 1863 Emily Dickinson, la poetessa di Amherst, trasforma l’eternità in una visione concreta.
Ci sono concetti che sfuggono alla limitata comprensione umana: come l’infinito, l’eterno e la morte. Abbiamo certo una percezione della loro esistenza, ma riusciamo a malapena a pensarla e a concepirla nella sua ineludibile vastità. L’immensa superficie marina con i suoi abissi e i suoi tumulti diventa una metafora dell’eternità, lo specchio riflesso di un pensiero troppo grande e profondo persino per essere pensato. Attraverso le parole di Dickinson invece l’eterno diventa un concetto semplice, elementare, che può essere scomposto e spiegato. L’eternità espressa dalla poetessa di Amherst è un concetto temporale che viene reso attraverso la dimensione spaziale. Le acque del mare sembrano dividersi all’infinito, frantumarsi in un presente continuo: giungono alla riva, si infrangono contro gli scogli e poi subito ritornano indietro nella loro culla originaria in un costante fluire che non sembra essere sottomesso alla corruzione del tempo.
I mari descritti da Dickinson sembrano moltiplicarsi dinnanzi al suo sguardo, da uno a tre in una divisione continua, e non conoscono rive. La poetessa toglie al mare ogni limite, annulla ogni frontiera: semplicemente l’elemento marino esiste per se stesso, nulla è in grado di arginarlo, come l’eternità. Sono oltre 96 le poesie che Dickinson dedicò al mare. Proprio lei che aveva vissuto un’intera vita nell’entroterra, in una piccola cittadina del Massachusetts, aveva fatto del mare l’elemento chiave della propria poetica trasformandolo nell’immagine più concreta del Giardino dell’Eden.

Come se il mare separandosi

Come se il mare separandosi
svelasse un altro mare,
questo un altro, ed i tre
solo il presagio fossero

d’un infinito di mari
non visitati da riva
il mare stesso al mare fosse riva
questo è l’eternità.

As if the Sea should part
And show a further Sea −
And that – a further – and the Three
But a Presumption be –

Of Periods of Seas
Unvisited of Shores
Themselves the Verge of Seas to be
Eternity is Those

  • Lei che non usciva dalla sua stanza, quanti viaggi, quanti mondi riusciva a descrivere nella meraviglia dei suoi versi. L’ intensità di questo piccolo componimento ti trascina e sgomenta in un mistero che và oltre l’umana percezione. Mare nel mare senza limiti né confini, metafora dell’eternità.