Ode alla patata – (Nuove Odi Elementari, 1955)
Pablo Neruda

PAPA,
ti chiami
papa
e non patata,
non nascesti castigliana:
sei scura
come
la nostra pelle,
siamo americani,
papa,
siamo indios.
Profonda
e soave sei,
polpa pura, purissima
rosa bianca
sepolta,
fiorisci
là dentro
nella terra,
nella tua piovosa
terra
originaria…

Papa
materia
dolce,
mandorla
della terra…

Onorata sei
come
una mano
che lavora nella terra,
familiare
sei
come
una gallina,
compatta come un formaggio
che la terra produce
nelle sue mammelle
nutrici,
nemica della fame,
in tutte le nazioni
si piantò la sua bandiera
vittoriosa…

Universale delizia,
non aspettavi
il mio canto,
perché sei sorda
e cieca
e sepolta.
A malapena
parli nell’inferno
dell’olio
o canti
nelle fritture
dei porti,
vicino alle chitarre,
silenziosa,
farina della notte
sotterranea,
tesoro infinito
dei popoli.

  • Meravigliosa scoperta questo mondo di semplici ortaggi che il nostro sommo poeta traduce in perle di versi. La patata o papa…eh sì ormai è così comune sulle nostre tavole, coltivata nei nostri campi che dimentichiamo che non ci appartiene, ha l’animo americano questa delizia prodotta dalle mammelle della terra, tesoro infinito dei popoli.