Articolo di Marina Donnarumma Iris G. DM

“Se non esco dopo tre ore sappiate che sono stato rapito. Se dopo tre giorni non sapete nulla fate un comunicato pubblico”.
Queste le ultime parole di Padre Paolo Dall’Oglio ai suoi amici e confratelli.
Da allora, il 29 luglio 2013, non si è saputo più niente. Le sue tracce si sono perse a Raqqa, nel nord della Siria, nell’inferno della guerra e delle atrocità dell’ISIS.
In realtà Padre Paolo non doveva nemmeno essere in Siria: un anno prima il governo siriano lo aveva espulso perché il suo attivismo e il suo messaggio di pace davano fastidio. E lui, a malincuore, aveva dovuto lasciare il monastero di Mar Musa, un posto unico al mondo.
Chi non è stato a Mar Musa non lo può nemmeno immaginare: incastonato tra le rocce, in mezzo al deserto siriano tra sabbia, rocce, dirupi, alture, è un monastero mimetizzato nella montagna, raggiungibile solo dopo centinaia e centinaia di scalini, ripidi e stretti.
Nel 1982 Padre Paolo Dall’Oglio aveva riscoperto questo antico luogo di preghiera in rovina e aveva deciso di ristrutturarlo per fondare una comunità spirituale cattolica, Al-Khalil, dedicata al dialogo interreligioso islamo-cristiano. Un luogo di pace e preghiera dove erano benvenuti tutti, di ogni religione: pellegrini, credenti, visitatori. E tutti rimanevano stupiti da questa comunità monastica di persone speciali che avevano scelto una vita religiosa austera, in un luogo isolato e difficile.
Padre Paolo, anzi, Abuna Paolo come lo chiamano gli arabi, era amatissimo da cristiani e musulmani, e accoglieva tutti con il sorriso. Mangiando insieme una mujaddara (riso, lenticchie e cipolle), parlava con garbo e convinzione, raccontava la sua scelta del dialogo come imprescindibile strumento per la democrazia, allo stesso tempo metodo e obiettivo da conseguire. Gli ospiti potevano restare quanto volevano, purché si rendessero utili, lavando i piatti, aiutando a cucinare e a rimettere a posto.
Nei due giorni trascorsi a Mar Musa nel lontano 2006 ho avuto consapevolezza della grandezza di Abuna Paolo, e ancora oggi mi sento privilegiata per aver avuto la fortuna di incontrarlo, di averlo visto celebrare una messa in arabo, di averlo sentito suonare il flauto al tramonto, di aver potuto parlare con lui.
Nonostante l’espulsione, Padre Paolo era rientrato in Siria per stare vicino alla sua gente, per far sentire la sua vicinanza e provare a fare qualcosa. Voleva intercedere per un confratello sequestrato dall’ISIS, cercare di salvarlo. D’altronde, prima dell’espulsione era riuscito a salvare alcuni cristiani sequestrati da forze jihadiste. Per questo motivo la mattina del 29 luglio 2013 Padre Paolo era uscito per andare a un appuntamento con degli esponenti dell’ISIS. Sapeva di correre un rischio molto alto, ma non poteva fare altrimenti.
Da allora è scomparso nel nulla, nonostante false notizie, depistaggi, speranze e disillusioni.
Sono passati nove lunghi anni, ma non possiamo smettere di sperare in un suo ritorno e soprattutto non dobbiamo dimenticarlo, continuando a leggere i suoi libri, a raccontare le sue parole e portare avanti il suo messaggio di pace, dialogo e speranza.
Di cui oggi, più di ieri, abbiamo un disperato bisogno.
🦋La farfalla della gentilezza 🦋


Padre Paolo Dall’Oglio ha scritto diversi libri, tra cui: “Collera e luce. Un prete nella rivoluzione siriana”, EMI, 2013 e “La sete di Ismaele. Siria, diario monastico islamo-cristiano”, Gabrielli editori, 2011.
Su Padre Paolo, c’è un bel libro a cura di Riccardo Cristiano, “Paolo dall’Oglio. La profezia messa a tacere”, San Paolo, 2017. Art. di Valentina Donini

Da un pò di tempo seguo questa bravissima blogger, i suoi post mi piacciono tanto. Il blog di chiama ”La farfalla della gentilezza” , lei dice che la gentilezza salverà il mondo, e come darle torto? Se tutto fosse improntato alla gentilezza, amore cosa altro potremmo chiedere?
Sto parlando di qualcosa di totalmente gratuito, eppure è impossibile e fenomenale nello stesso tempo. Poi incontri persone come Valentina Donini e pensi che se il mondo ha ancora queste persone, il mondo ha ancora speranza.
Sono stata colpita da questo link, e mi sono ricordata di questa vicenda, le ho chiesto il permesso di fare copia e incolla, e permesso accordato.

Padre Paolo Dell’ Oglio

10 luglio 2013
Je reçois et je relance … avec conviction!
Une centaine d’écrivains, de journalistes et d’artistes syriens ont publié mercredi 17 juillet 2013 une déclaration dans laquelle ils affirment leur « soutien aux forces vives de la révolution qui militent pour l’instauration d’un régime démocratique, garant des libertés individuelles et collectives et de l’égalité entre tous les citoyens sans aucune forme de discrimination ». Refusant l’engagement de la Syrie dans les conflits stratégiques et confessionnels entre les puissances régionales, ils considèrent qu’il n’est pas de salut pour la Syrie sans « le départ de Bachar al-Assad et des piliers de son régime, et la dévolution du pouvoir sous l’égide de l’ONU à un gouvernement de transition chargé de réunir les conditions nécessaires à l’élection d’une assemblée constituante ».
Parmi les signataires, on relève les noms de plusieurs figures de l’opposition laïque, comme le philosophe Sadeq al-Azm qui préside l’association des écrivains syriens, la première présidente de la « Déclaration de Damas » Fidaa Haurani, les écrivains Yassine al-Hajj Saleh, Subhi Hadidi et Fayez Sara, les romanciers Rafik Schami, Fawwaz Haddad, Samar Yazbek et Rosa Yassine, les poètes Racha Omran, Hazem Azmeh, Nuri Jarrah et Hala Muhammad, les plasticiens Youssef Abdelké, Assem Al-Bacha et Mounir Chaarani, les cinéastes Haytham Haqqi, Hala Abdallah et Ali Atassi, les comédiens Mayy Skaf, Fares El-Hélou et Darina al-Joundi.
Déclaration
Fidèles aux sacrifices du peuple syrien, à sa longue épreuve, à son courage exemplaire dans la lutte contre la tyrannie et l’arbitraire,
attentifs aux changements en cours sur les plans local, régional et international dont les conséquences seront déterminantes dans les semaines et les mois à venir,
se référant au Pacte national signé au Caire le 3 juillet 2012 par toutes les forces de l’opposition,
les signataires, écrivains, artistes, travailleurs dans les différents secteurs culturels, affirment:
1- Leur totale adhésion aux principes de la révolution populaire déclenchée en mars 2011 et que résument les mots d’ordre de liberté, dignité, justice sociale et unité nationale.
2- Leur soutien aux forces vives de la révolution qui militent pour l’instauration d’un régime démocratique pluraliste, garant de l’indépendance, de la sécurité et de l’intégrité territoriale du pays, ainsi que des libertés individuelles et collectives et de l’égalité entre tous les citoyens sans aucune forme de discrimination.
3- Leur attachement à l’autonomie de décision du peuple syrien et leur refus de toute politique qui engage la Syrie dans les conflits stratégiques et confessionnels entre les puissances régionales.
4- Leur conviction que le régime despotique et corrompu qui sévit en Syrie depuis plus de quarante ans porte l’entière responsabilité de la situation tragique dans laquelle se trouve le pays, et que le salut de la Syrie réside dans le renversement de ce régime.
5- Leur aspiration à une solution pacifique permettant d’arrêter le carnage et de préserver l’unité nationale et l’intégrité territoriale, ce qui implique le départ de Bachar al-Assad et des piliers de son régime, et la dévolution du pouvoir sous l’égide de l’ONU à un gouvernement de transition chargé de réunir les conditions nécessaires à l’élection d’une assemblée constituante dont la mission serait l’adoption d’une constitution démocratique et la supervision d’élections législatives libres et loyales.

Padre Dell’=glio

27 luglio 2013
I miei migliori amici
Sono venuto a Raqqa city oggi e sono felice per due motivi
Innanzitutto sono in Siria, la mia terra natale e in una città di Mahrara
E il secondo motivo grande accoglienza di questa bellissima città
Ho vissuto una serata di Ramadan, una delle cose migliori di sempre, e la gente è in strada in libertà e armonia.
È una foto della patria che vogliamo per tutti i siriani. . . .
Ovvio” non esiste la cosa perfetta
Ma il lancio è buono
Augurami buona fortuna per la missione per cui sono venuto. . . .
La rivoluzione non è aspettativa ma impegno!
La pace sia con te e il Ramadan Kareem a tutti noi.
Questi link tratto pari pari dal suo profilo di fb, scritti di suo pugno, dopo pochissimi giorni il 29 luglio 2013 è stato rapito in Siria.

Padre Paolo Dell’Oglio


Paolo Dell’Oglio, un gesuita italiano, fortemente impegnato nel dialogo interreligioso con il mondo islamico, che gli provocarono molta ostilità dal governo siriano. Lo conobbe tutto il mondo quando fondò, negli anni ottanta, la comunità monastica cattolico- siriaca Mar Musa, erede di una tradizione risalente al IV secolo, di origine cenobitica ed eremitica, situata nel deserto a nord di Damasco.

Abuna padre Dell’Oglio

Nove anni dopo la sua scomparsa la sorella Francesca Dell’Oglio e il fratello Giovanni Dell’ Oglio hanno scritto alle massime autorità italiane per far istituire una commissione d’inchiesta che, finalmente, possa svelare cosa sia accaduto a padre Paolo Dell’Oglio. Dai siriani padre Dell’Oglio venne appellato con il nome di ” Abuna”, molte le voci sulla sua scomparsa, ma nulla di certo e provato.
Non sta a me parlare delle diverse illazioni, inerenti alla sua scomparsa, ma è giusto che la veritàsia finalmente svelata e che in qualche modo, padre Dell’Oglio dovunque egli sia, riposi in pace, e che i suoi familiari abbiano giustizia per il tormento che li attanaglia da nove anni. Vorrei ricordare che padre Dell’Oglio, certo un gesuita,ma soprattutto un cittadino italiano, forse la sua scomparsa, riguardano verità profonde che coinvolgono grandi potenze. Non lo sappiamo, non si sa. Lui, per tutta la vita si è impegnato nel dialogo cristiano- islamico, ma al di là del credo religioso ciò che conta è il cuore, allora a cosa servono le barriere religiose, se quello che conta è semplice e gratuito dentro di noi?
Padre Dell’Oglio, prima della scomparsa, andava a Raqqua, chiamato dai giovani siriani, per una mediazione, scriveva ”pregate per me” forse già intuiva la gravità e il pericolo della situazione. La notizia del suo sequestro fu annunciata, il 29 luglio 2013 da alcuni attivisti del posto. Dopo di ciò silenzio assoluto.
Il dipartimento di stato americano, ha offerto nel 2019, una ricompensadi cinque milioni di dollari, a chiunque darà informazioni su di lui e altro 4 religiosi , scompqarsi in Siria, lo stesso periodo. Per i fratelli Dell’Oglio, una commissione parlamentare italiana, a cui si sono appellati, per far luce sulla scomparsa di padre dell’ Oglio.
Dice Robert Inman ” quando tutto è perduto, tutto è possibile ”, i fratelli Dell’Oglio, vorrebbero il possibile, non vogliono seppellire la speranza, e come dargli torto?
Tutti al loro posto, vorrebbero sapere, non arrendersi alimenta la speraza ma nello stesso tempo, la disperazione di non sapere.
Padre Dell’Oglio, voleva dialogo e pace, per questo è stato messo a tacere, come tanti altri.
La libertà e la verità tristemente, crudelmente imbavagliate.
Per non dimenticare padre Paolo Dell’ Oglio, ”Abuna”, non dimentichiamo, non lo seppelliamo prima di sapere, teniamolo vivo, VIVO. Solo questione di libertà.
LA VERITA’ CI RENDE LIBERI; MA CI TOGLIE LA LIBERTA’. Iris G. DM

Vorrei ringraziare Valentina Donini, tutte le foto prese dal web

articolo di Marina Donnarumma Iris G. DM

Nove anni senza padre Paolo Dell’Oglio
Padre Dell’Oglio, uomo di fede e di pace