https://www.huffingtonpost.it/life/2022/08/02/news/aranzulla-9979712/

Il sito Aranzulla.it, visitato in Italia più di Amazon, dichiara per il 2021 3,8 milioni di fatturato. “Potrei anche non lavorare, lo faccio perché mi piace”, dice al Corriere della Sera

02 Agosto 2022 alle 11:56

di  HuffPost

Salvatore Aranzulla, 32 anni, va a letto alle 22, si sveglia alle 7.10, fa una passeggiata “per pensare” e il resto del giorno lavora da casa. Il celebre blogger e divulgatore informatico vive con la compagna Sabrina nel quartiere di Citylife a Milano in un attico in cui ha dato la massima importanza a “cinquata punti luce”,  domotica da 100mila euro, bottoni d’allarme in ogni stanza, un impianto che “cambia l’80% dell’aria ogni ora”, guardie armate in giardino, uno scaffale di manga e sei di manuali di alta pasticceria, il suo hobby più longevo. Il più recente è la palestra. Pensa che il reddito di cittadinanza sia “folle assistenzialismo” e che nella vita sia importante responsabilizzarsi. Lo racconta in un’intervista al Corriere della Sera. La sua azienda Aranzulla srl, è un’azienda senza dipendenti, ha solo collaboratori, ed è in crescita da due decenni. Il sito Aranzulla.it, visitato in Italia più di Amazon, dichiara per il 2021 3,8 milioni di fatturato: offre 15mila pagine su problemi tech di ogni calibro. “Il 50% viene da pubblicità. Il 25% da link affiliati alle aziende. Il restante 25% sono i corsi che faccio, le collaborazioni in cui sono testimonial. Da due anni ho disdetto tutti i miei investimenti in prodotti di banche italiane, che sono costosi e hanno rendimenti imbarazzanti. Faccio da solo“.

In realtà, dice, “potrei non lavorare più. Lo faccio perché mi piace. Ma appena metto il naso fuori dall’ufficio impazzisco: il mondo del lavoro è pieno di scappati di casa”…”Le aziende assumono giovani incapaci per risparmiare. Ci ho a che fare ogni giorno. Vogliono un testimonial. Dicono: fissiamo una call. Io chiedo prima: avete il budget? Risposta: per ora no, ma sentiamoci lo stesso, anche solo per raccontarci le vacanze. Le vacanze? Ma che lavoro fa questa gente illicenziabile? Telefona?”…”Quando sono venuto a Milano, a diciott’anni, il mio sito fruttava 36mila euro l’anno. Ci dovevo pagare le tasse, l’affitto, la retta in Bocconi. Non è che potessi non lavorare. Oggi mi pare che i genitori difendano sempre i figli, facendone imbecilli. I modelli sono rapper analfabeti e tiktoker che lasciano la scuola. Cambia l’algoritmo, e vanno in rovina. A cinquant’anni chi si occuperà di loro?“.

Aranzulla, invece, ama quello che fa “al trentesimo compleanno ho preso due settimane di pausa. Mi cullavo con l’idea di non lavorare più: potrei. Ma mi annoiai. In un giorno ho finito i miei libri di Agatha Christie, Netflix mi stufava. Ieri c’era un procedimento che richiedeva 68 minuti. Io e il mio programmatore lo abbiamo riprogrammato, ora ne impiega uno. Questa roba per me è meglio del sudoku“.

In passato ha provato ad andare dallo psicoterapeuta. Ne ha cambiati due: “Avevo una colite ulcerosa da stress e attacchi di panico. Ma mi è parso inutile. Se il capo di una grande azienda mi dà un consiglio, lo ascolto. Ma a queste persone non davo molto valore“. Gli attacchi di panico sono iniziati quando “in palestra sono svenuto sotto un bilanciere da cento chili. Potevo morire. Di lì ho iniziato a soffrirne. Ne ho parlato in una seduta, e ho avuto un attacco anche lì. La terapeuta non sapeva che fare. Mi aiutò Sabrina, che venne a prendermi“.