In ogni processo creativo, che sia scientifico o artistico, l’inconscio non domina ma è comunque una buona parte di tale iter. L’osservazione si basa sull’inconscio. La selezione dei dati e quelle che Popper nella sua epistemologia chiama aspettative si basano sull’inconscio, sono governate da esso. L’incubazione è una rielaborazione inconscia delle idee. L’ultima tappa in cui i creativi cercano più conferme che smentite è determinata dell’inconscio perché la psicologia umana cerca più verificazione che falsificazione. Se mettiamo anche il fatto che i pensieri originali sono secondo alcuni neuroscienziati casuali, anche se prodotti da menti creative, ebbene mi dite voi dove è la razionalità, il freddo raziocinio, la logica deduttiva in tutto questo? Se consideriamo che dormiamo ⅓ della giornata e viviamo quelle ore inconsciamente, che buona parte del nostro vivere cosciente in realtà è solo un interscambio tra conscio e inconscio, che molte nostre decisioni sono inconsce, che molte nostre azioni come guidare o camminare non raggiungono la soglia della coscienza, che più passa il tempo e più aumenta la mole dell’inconscio, mi dite voi dov’è la razionalità in tutta la nostra vita? Dove sta la ragione? È solo una tenue fiammella nelle tenebre della nostra mente.
Sull’inconscio
