La Collegialità e L’Individualismo, di Gregorio Asero

Spesso mi domando chi sono i grandi uomini che hanno caricato sulle loro spalle il peso dell’evoluzione dell’umanità. Mi accorgo che non necessariamente bisogna essere dei grandi, perché ogni essere umano se vuole, trova qualcosa per cui battersi e forma un unione con tutti gli altri esseri che come lui hanno trovato uno scopo nella vita.

Con questo voglio dire che è sicuramente vero che il progresso è il prodotto di uno sforzo collettivo in cui ogni singolo individuo dà un contributo che, in un certo momento, può rivelarsi essenziale, ma per un altro verso, non vi è dubbio che, in tutti i campi, è comunque indispensabile il contributo dell’individuo geniale che guarda dove nessuno pensava di guardare, che sintetizza nella sua mente fatti che altri non avrebbero mai unificati. 

Senza Galileo poteva passare un secolo prima che qualcuno potesse formulare la teoria del moto dei gravi e, senza Einstein, lo spazio-tempo. Pensiamo poi ad artisti come Dante e Shakespeare che, da soli, hanno plasmato un modo di pensare e una lingua e…tanti altri. È perciò assolutamente sbagliato confondere questi grandi personaggi con gli «uomini del potere» sia esso politico, economico…

Costoro, gli “uomini del potere”, sono prepotenti ed arroganti, esigono l’ossequio e gli onori, mentre i grandi spiriti creativi sono di solito riservati e schivi. Chi li ha incontrati è quasi sempre rimasto colpito dalla loro umiltà, dalla loro semplicità e dalla loro gentilezza. È a questo tipo di persone che dovremmo guardare, è da loro che dovremmo imparare.

Gregorio Asero