IL RAMO DELLE STREGHE, di Mirella Ester Pennone Masi

IL RAMO DELLE STREGHE

Solitudine

qualunque sia il tuo volto

voglio poter capire.

Tu sei per me immutabile

come la natura e le erbe

e l’acqua sorgiva

Tu sei come gli uccelli di passo

che ritornano, talvolta, inconsapevoli

in comunione con la primavera;

io sono la capinera…

Spesso verseggio di notte

sotto le stelle che splendono

sulla pianura incantata,

dove tutto sa di eterno.

Dal ramo fluviale che dirama nel folto 

ascolto un sussurro di fiume;

dicono che sia un canto di streghe, 

ma non è così,

è soltanto quella ninnananna

che dolcemente culla  

la mia infinita inquietudine

Come la vita

scorriamo insieme al nostro fluire

mescolandoci

con il mare e l’oceano.

Mirella Ester Pennone Masi 1/09/2018

foto web