SETTEMBRE AMBRATO
È fresco l’alito del vento,
al mattino,
che mi sfiora le palpebre
appena dischiuse
nel pigro mio risveglio
all’alba di fine estate.
Braccia di sole
e carezze di luce,
io sento vive
sulla pelle mia,
di terra e argilla
e profumo di boschi.
Sapienti mani divine
plasmano l’anima mia
e rinasco con te, mio sole,
nelle albe del tempo
sulla scìa luminosa
delle lucciole addormentate.
Io t’amo,
settembre mio ambrato,
con le tue cangianti sfumature,
d’autunno appena annunciato,
col tuo profumo d’uva,
che olezza nell’aria,
dolce, di miele cristallizzato
e vino primitivo.
Di te m’ubriaco,
amabile, corposo e vivo,
settembrile mio menestrello,
bevendo a piccoli sorsi
l’essenza tua
nel calice dolce e aspro
dell’amore.
E m’inebrio,
di gioia e d’estasi,
stordita
dal gusto effervescente
di mille bollicine
dell’incontenibile vita.
Foto di Giovanni Barnaba