NellaCartina del territorio della Fraschetta: il numero di decessi per patologie tumorali, suddivisi per sobborgo (in verde) e per sesso (in blu i maschi, in rosa le femmine). In rosso  le sorgenti d’inquinanti industriali. [Indagine 1996-2012]

Alessandria. Spinetta Marengo:

Settimana di fuoco. In occasione dell’edizione di  “Fabbriche aperte” e in coincidenza con la nuova  della richiesta giudiziaria di “sequestro preventivo” degli impianti della Solvay di Spinetta Marengo,  l’incursione degli ambientalisti  domenica prossima dentro lo stabilimento prenderà di mira soprattutto i  nuovi impianti che la propaganda di Bruxelles dichiara siano in grado di raggiungere il cosiddetto zero tecnico” nell’abbattimento dei fluorotensioattivi PFAS.

La multinazionale belga, costretta ad abbandonare i Pfas negli Stati Uniti, in Italia ha annunciatozero tecnico” delle emissioni di Pfas (C6O4, ADV) limitatamente agli scarichi idrici e non anche agli ancora più dannosi scarichi atmosferici. Negli scarichi di acqua applicherebbe tecnologie al carbone attivo granulare (GAC), allo scambio ionico (IO) e alle tecnologie di osmosi inversa RO (metodo di filtrazione meccanica in uso dagli anni ’50 del secolo scorso): diventerebbe “acqua distillata” e addirittura riutilizzata e non scaricata in Bormida, insomma “ciclo chiuso”. Premio nobel per la chimica alle giovanissime ricercatrici? insegniamo agli americani?  Tutto risolto? Niente affatto. Innanzitutto non c’è la ben che minima garanzia che rimuovano il 100% dei PFAS contaminanti. Inoltre prevedono costi insopportabili data l’ampiezza del territorio inquinato e inquinante, si pensi solo alla vastità di frequenti cambi di membrane filtranti. A tacere dello smaltimento a loro volta dei solidi e deiliquidi di questi trattamenti, cioè incenerimento. I Pfas fanno parte del cocktail di tossici cancerogeni presenti a Spinetta in atmosfera e nelle falde, i filtri dell’osmosi inceneriti manderebbero altri Pfas in atmosfera e falde.Inoltre -attenzione- i Pfas sono utilizzati per produrre tantissimi materiali (padelle, imballaggi, vestiti): come verrebbero bonificati?

Stanti ad Alessandria i disastri ambientale (in acqua e atmosfera) e sanitario (nel sangue), non c’è altra alternativa etica che chiudere  le produzioni. Come imporrebbe il Disegno di legge del senatore Crucioli, o anche subito tramite il provvedimento della magistratura. Ma Solvay scrolla le spalle, e addita la luna all’opinione pubblica: non in forza di una legge bensì Volontariamente, Solvay entro il 2026 realizzerà quasi il 100% dei suoi fluoropolimeri senza l’uso di fluorotensioattivi, per eliminare pressoché totalmente le emissioni di fluorotensioattivi”. Quasi e pressoché sono tradotti“Una piccola linea di prodotti, strategica per i settori industriali dei semiconduttori e dell’energia che rappresenta meno dell’1% del volume produttivo, richiederà ulteriori attività di ricerca per eliminare completamente l’uso dei fluorotensioattivi. Per questa linea verrà utilizzato un processo di produzione a ciclo chiuso, strettamente controllato, a zero reflui”. Cioè la fantomatica “Osmosi inversa” ecc. Dunque NON c’è impegno a fermare gli impianti entro il 2026.  Dei sostituti dei Pfas, presunti (quasi e pressoché?) a impatto zero, non si fa menzione, altri segreti industriali, non autorizzati da nessuno, tutti da verificare se si sta cadendo dalla padella alla brace. Verifica rinviata a dopo il promesso senza impegno 2026, nel mentre gli impianti con Pfas starebbero  marciando e inquinando a pieno volume.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro