La satira è una Composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati vizi o difetti) o dall’ideale etico dello scrittore. La satira mira a far ridere criticando i personaggi e deridendoli in argomenti politici, sociali e morali.

NAPOLI

Sin dall’Antica Grecia la satira ha sempre avuto una fortissima impronta politica, occupandosi degli eventi di stretta attualità per la città (la polis), e avendo una notevole influenza sull’opinione pubblica ateniese, proprio a ridosso delle elezioni.
È nell’antica Roma che nasce e si afferma, consapevolmente, la satira: Quintiliano, nel suo libro Institutio oratoria, afferma «satura tota nostra est», la satira è tutta nostra, è un’invenzione nostra.
Il termine satura da cui il nome del genere ha origine, fa riferimento all’espressione “lanx satura” che indica dei piatti colmi di varie offerte donati alle divinità. La satira, quindi, era un “miscuglio” di argomenti diversi che potevano essere esposti sia in poesia che in prosa e che all’inizio non avevano necessariamente un intento polemico.
Il poeta latino Quinto Orazio Flacco, nelle sue Satire, affronta diversi temi, come la società romana e i suoi vizi, la propria vita quotidiana, quella degli amici del cosiddetto “Circolo di Mecenate”, del quale facevano parte i più illustri poeti e intellettuali dell’epoca augustea ed altri semplici aneddoti, molti dei quali presi da esperienze personali. Come molti altri elementi culturali del mondo latino, anche la satira passa al sistema culturale medievale ma risulta camuffata rispetto a quanto avveniva nella letteratura antica,una figura retorica molto usata nel Medioevo era l’Allegoria: consiste nella rappresentazione di un significato nascosto ravvisabile sotto il significato letterale del testo. Gli scritti satirici medievali tendono ad attaccare la classe politica e quella ecclesiastica ma ci sono anche componimenti che polemizzano contro i costumi della società.
La satira oggi, si trova maggiormente a livello televisivo o su internet e, in quantità minore, sui giornali. Gli argomenti principali sono la politica e la società: possiamo vedere, quindi, che non c’è stato un grande cambiamento rispetto all’epoca oraziana e che chi si occupa di questo genere continua a trovare spunti, in tutti i periodi storici, per far divertire, ma allo stesso tempo riflettere, il pubblico. La satira condivide molti aspetti della comicità, del carnevalesco, dell’umorismo, dell’ironia e del sarcasmo: dalla ricerca del ridicolo e del paradossale fino alla messa in discussione dell’autorità ma, a differenze delle altre categorie sopra citate, il diritto di fare satira è garantito dalla Costituzione Italiana, in particolare dagli articoli 21 e 33. Nel 2006 la Corte di Cassazione ha redatto una definizione giuridica per la satira. Ecco quale: “La satira è quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores (corregge i costumi ridendo, ndr) ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene”.

Carlo Alberto Salu­stri, questo mattacchione, «scapolo impenitente» meglio noto in Arte come TRILUSSA.
Egli … “ridendo castigavit mores” e sempre ridendo – con eleganza e con garbo – seppe por­gere anche le realtà più scabrose, risul­tando sempre attuale, che è, poi, la caratteri­stica dei gran­di Scrittori.

Una acutissima poesia di Trilussa: “La politica Italiana”

Ner modo de pensa’ c’è un gran divario;

Mi’ padre è democratico cristiano

E siccome è impiegato ar Vaticano

Tutte le sere recita er rosario;

De tre fratelli, Giggi eh’è er più anziano

È socialista rivoluzionario,

Io invece so’ monarchico, ar contrario

De Ludovico eh’è repubblicano.

Prima de cena liticamo spesso

Pe’ via de ’sti principii benedetti:

Chi vò qua, chi vò là…Pare un congresso!

Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma

Ce dice che so’ cotti li spaghetti

Semo tutti d’accordo ner programma.

*Niente da aggiungere…chestè, sembra che nulla cambi, negli anni si alternano vari simboli, vari nomi, partiti su partiti. Polemiche, litigi ma quando c’è da mangiare tutti d’accordo.