– Vorresti pulirgli la casa? – dice Laura.

– Sì, cosa c’è di male? – risponde Francesca, a passeggio con l’amica.

– Non lo so … così, di punto in bianco. –

– Be’, mica questi lavori possono attendere ancora – replica Francesca.

– E chi lo dice che lo desideri veramente; se avesse voluto avrebbe già provveduto, non credi? –

– Magari sarà una persona pigra, distratta … –

– O malata. –

– Sì, può darsi; e allora, perché non dargli una mano? Sarebbe un bel gesto, e aiutare il prossimo ci gratifica. –

– E vorresti coinvolgermi in questa cosa? –

– In due si lavora meglio e si fa prima. –

– Non c’è modo di toglierti questo pensiero. –

– No. –

– Sentiamo, quale sarebbe il tuo piano? –

– Andare da lui e proporglielo. –

– E se dovesse dire di no? –

– Non si farà nulla. –

– Solo all’idea di ritornarci mi fa stare male, e ancor di più pensare di dover pulire quella casa. Mi vengono i brividi. –

– La verità è che non ami lavorare. –

– Non è vero, e lo sai bene. E che questa storia non mi convince – dice Laura. – Quell’uomo non mi convince … –

– È solo un povero cristo che ha bisogno d’aiuto – replica Francesca.

– Non ti basta tua madre? Scusami, non volevo … –

– No, non fa niente. In fondo hai ragione, vuol dire che è nel mio destino pensare agli altri piuttosto che a me. –