E se senti i suoi fedelissimi o quelli che almeno un tempo erano sul suo libro paga ti fanno sentire coglione,  ti rassicurano, cercano di illuminarti d’immenso, di convincerti che sei tu il poveretto che non capisce niente e ti confermano che Berlusconi è un uomo di pace, che vuole iniziare una trattativa con Putin, che lui può veramente fare qualcosa per convincere il russo a terminare le ostilità. Sei tu che non capisci cosa c’è dietro, il gioco di sponda raffinatissimo, la mossa geniale del cavaliere. Avessi io la loro abilità nel salvare capra e cavolo! Avessi io la faccia tosta nel negare l’evidenza dei fatti! E inoltre che acrobazie verbali! Che virtuosismi della retorica! Sono io che sono stupido, che sono fesso. L’ho sempre detto che per stare bene in Italia bisogna accettare i compromessi, che per stare comodi bisogna essere accomodanti!  Naturalmente tutti i suoi fedelissimi, i suoi yes men invece di farlo ravvedere, di consigliarlo, di rabbonirlo, rafforzano ancora di più le sue convinzioni, alcune volte inasprendo ulteriormente lo scontro ed esacerbando gli animi. Ne sono una controprova quegli applausi dei suoi parlamentari ai suoi discorsi. Nessuno dei suoi fedeli trova il coraggio, la determinazione di dirgli a chiare lettere: “ti stai sbagliando. Stai imboccando una strada che non porta a niente. È estremamente deleterio per l’immagine della nazione quello che stai dicendo”. Ma d’altronde a chi spetta l’ingrato compito di correggerlo? Qualcuno ha detto che i figli del cavaliere sono costretti a fare i genitori del proprio genitore, ma senza conseguire finora i risultati sperati. Insomma bisogna guardarsi bene dal criticare negativamente Berlusconi. Lui è inattaccabile, inossidabile, invincibile. Che poi la dicotomia dire/fare quando si è ai vertici della politica nazionale non esiste: dire una cosa grave significa fare una cosa grave. Berlusconi non era al bar dello sport quando ha fatto quelle esternazioni (con tutto il rispetto dei bar dello sport). Sapeva benissimo che la stragrande maggioranza della sua vita è pubblica, sotto i riflettori. E se non ha valutato adeguatamente le conseguenze significherebbe che non è più idoneo per la politica. Se invece molto più probabilmente aveva calcolato, ponderato tutto la cosa è ancora più grave. Ogni atto linguistico in politica ha un’enorme perlocutorietà, ha delle grandi ripercussioni pratiche. Certi suoi fedelissimi lo difendono a spada tratta, con le unghie. Continuano imperterriti l’opera di rimozione a tratti oppure di manipolazione. Tutto ciò mi stupisce, mi allibisce, mi lascia basito. In fondo mezza Italia deve molto a Berlusconi, soprattutto i vip, che hanno spesso iniziato a calcare le scene del mondo dello spettacolo nelle sue reti televisive, soprattutto sondaggisti e giornalisti che hanno lavorato o lavorano per lui. Io sono un povero ritardato mentale che non sa cogliere i nessi e le sfumature, che vede degli errori/orrori nelle strategie comunicative e politiche dove ci sarebbero lungimiranza e un’iniziativa di carattere internazionale. Così Berlusconi diventa un santo, un eroe o almeno viene configurata e ventilata la possibilità che a pieno diritto possa esserlo. Sono io che sono duro di comprendonio e magari per queste mie parole per alcuni berlusconiani troppo polemiche o sarcastiche oltre a quelle di ieri, espresse proprio in questo blog, sono anche perseguibile legalmente. L’importante è farla pagare a chi si oppone, a chi critica, a chi si mette contro. Fondamentale è farla pagare cara a chi la pensa diversamente. L’importante è rigirare la frittata, difendere l’indifendibile. Ah se fosse legale ciò che è legittimo e se fosse illegale ciò che è illegittimo! Che mondo migliore che sarebbe! A volte per non arrampicarsi troppo sugli specchi sarebbe da dire una cosa sola: “scusate, ho sbagliato”. La questione di fondo è che le persone comuni non dovrebbero lasciarsi abbindolare, lasciarsi persuadere da Berlusconi e neanche dai suoi fedelissimi. Dovrebbero sempre vedere da che pulpito viene la predica e la propaganda. Intanto le polemiche sterili non aiutano il Paese. Se le dichiarazioni berlusconiane sono state solo un gioco non è stato un gioco innocente! È stato un gioco al massacro per il governo che deve nascere, per l’Italia intera. Che siano frutto di razionalità e non siano dei vaniloqui di un anziano può benissimo darsi, ma vorrei comunque sapere Berlusconi a quale titolo si è arrogato questo diritto di  creare scompiglio? E soprattutto a quale pro? Non si può lasciar correre come se non fosse accaduto niente. È successo molto in questi giorni e tutto ciò che è successo a mio modesto avviso non si può giudicare che negativamente. Anche gli errori, le provocazioni, le sparate fatte di proposito sono errori, anzi se fatte apposta sono di una gravità maggiore.  Qualcuno obietterà dicendo che è la solita sceneggiata all’italiana, che è un colpo di teatro, che il cavaliere sa benissimo quel che fa. Invece io nutro dei seri dubbi. Penso che c’è il rischio di finire alla deriva, di sprofondare nell’abisso. Finisce così per essere tutto delegato al livello di sopportazione della Meloni, ma ancora una volta bisogna chiedersi fino a che punto sono tollerabili le dichiarazioni del cavaliere. Dopo la pandemia, la guerra, il rincaro dei prezzi, la grande crisi economica, l’enorme debito pubblico, l’instabilità politica ci mancavano anche le bizze senili del cavaliere (a mio avviso gli audio sono molto eloquenti e inequivocabili). Sarà un grande giorno per la democrazia quando il cavaliere si ritirerà a vita privata. Ormai il cavaliere deve rassegnarsi perché ha fatto il suo tempo, almeno nella politica italiana. Sono disposto a sopportare tutto il bailamme che faranno le sue televisioni e tutti i mass media quando si ritirerà (tanto non la guardo la televisione, ma al massimo mi tocca ascoltarla sottofondo perché la guardano i miei familiari). Lunga vita a Berlusconi, ma a casa sua! Senza odio né rancore.