“Il mio mondo finirà con te” di Carmelo Aliberti

Come funghi che al riapparire del sole dopo una pioggia ristoratrice del bosco, spuntano all’improvviso e non essendo commestibili rimangono a inaridire, così escono tanti libri che passano dalla tipografia alla libreria e da questa al banco del mercatino o al macero.

Troppi libri con poca capacità di destare interesse, avvincere il lettore, sempre meno numerosi, in un’epoca, la nostra, in cui tecnologia, immagine e suoni hanno parte preponderante rispetto al tempo di raccoglimento e riflessione che la lettura richiede.

L’Ottocento e il Novecento, almeno nella prima parte di quest’ultimo, ci hanno consegnato romanzi tali da lasciare segno, siglare un’epoca, creando pagine memorabili.

Il nostro tempo sembra aver smarrito potenza d’inventiva, maestria della parola, meraviglia dell’orchestrazione narrativa.

In tanta crisi, con maggiore evidenza in contrapposizione, ad affermare validità, profondità d’indagine, felicità narrativa e aderenza al tessuto linguistico della nostra epoca, ecco “Il mio mondo finirà con te” di Carmelo Aliberti.

Dopo la prima felice edizione, accolta con entusiasmo, come opera nuova, diversa, continuatrice della migliore narrativa, ora esce la riedizione come LIBRO DEL MESE di luglio,2022, scelto dalla rivista “Cultura Oltre”, nell’ambito delle iniziative del MINISTERO DELLA CULTURA “Progetto lettura”

Dire che il libro è interessante per argomento, forza nel dare anima ai personaggi, indagine psicologica, sociale ed etica, è a dire poco banale.

E’ un romanzo storico, di nuovo conio, che riesce a penetrare, incidere e rendere avvincenti trama e personaggi. Aliberti ha uno stile agile che come note di un pianoforte riesce a dare tonalità dolci, acute o forti, così che avvenimenti, luoghi, tempi e situazioni, nella narrazione, divengano in perfetta osmosi con creatività, descrizione e psicologia.

L’opera, abbiamo detto, si connota come romanzo storico, raccontando le vicende di Carlo, personaggio dalla vita sfortunata, ma tale da fargli ottenere alla fine risarcimento. E’ storico, perché a sfondo della narrazione, la microstoria, si apre uno scenario che dalla seconda guerra mondiale perviene ai giorni nostri.

Si può dire che in questo duplice racconto, storia di Carlo e storia dell’umanità, a ventaglio compaiono tutti i drammi del secolo; le ingiustizie, le follie del potere, la ferocia delle guerre. Aliberti non fa sconti e la sua penna sa plasmare, addolcire o come lama ferire, quando il diritto viene messo a tacere. Il mondo appare nella sua interezza con uno sguardo particolare alla Sicilia, la sua Sicilia, la terra natia, un tempo tempio di arte, di classica meraviglia, di miti e fraterni legami. Tali variazioni sentimentali  generano nel protagonista il tentativo di risalire dal buio profondo della catastrofe  interiore e universale,roteando nella cingolata spirale di un progressivo dolore, esorcizzato con una illusoria storia d’amore, scandita dal riemergere di un incrollabile sentimento,che, sotto forma di tre diafani volti di una donna sublime,costantemente inseguita nella giostra della storia,sulla scia delle memorabili storie d’amore, immortalate nella migliore letteratura. Il protagonista, dopo una densa frequenza di contrastanti stati d’animo che minacciano di annientarlo, riesce a risorgere dai flutti mortali del tempo, attraverso un viaggio, peregrinante nelle valve più interne del tempo, istintivamente guidato da una policroma luce d’amore celeste e dal suo sogno sociale, inciso nel finale discorso di Pericle agli Ateniesi, che Carlo legge su un foglietto di carta ingiallita, nel colloquio del tugurio del pastore,ultimo depositario dei più elevati valori della vita e simbolo dell’atavica civiltà,cantata da Teocrito,come carta costituzionale  della società ideale che il giovane ha custodito sempre nel tabernacolo del cuore. Un limpido messaggio all’uomo per poter  ricostruire  una società giusta e pacifica, cancellando ogni radice della barbarie florida sempre nei sanguinosi contrasti tra gli uomini. 

Le integrazioni apportate da Aliberti  nella riedizione arricchiscono il libro e accrescono l’interesse.“Il mio mondo finirà con te” di Carmelo Aliberti, intriso di arte e filosofia, ricco di rimandi all’epoca di un’altra Sicilia e di un mondo diverso, vive di luce propria e ristabilisce dignità alla narrativa, depauperata da arzigogolate edizioni che nulla hanno a che fare con la letteratura a cui apre nuove prospettive.

LUCIO  ZANIBONI 

foto. /www.verbumpress.it