dal web

La depressione è un’epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci. Non c’è industria medica che tenga, basta l’amore umano.
(Patch Adams)

dal web

A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte ne sono sicuro.
Charles Bukowski.

dal web

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. Eugenio Montale.
Quando lessi per la prima volta questa poesia mi colpì con tutta l’intensità di cui era capace,
un ariete che mi sfondava, l’esistenza stessa che mi crollava addosso. Questa poesia parla sel trauma dell’ esistenza. Il dolore dell’uomo e della sua solitudine, con un Dio che non riusciamo a sentire, una tragedia dentro la vita, la fatica del vivere, il dolore delle cose ci lasciano attoniti nella verticalità immensa della natura.

dal web


Solitudine, oh solitudine! un vocabolo molto moderno che ci appartiene in totale. : “La solitude fait des gens à talents ou des idiots”, che tradotta significa “La solitudine crea persone d’ingegno o idioti, Questo diceva Victor Hugo, padre del romanticismo francese, ma cosa diciamo noi a proposito della solitudine?
L’etimologia della parola è interessante: dal latino “solus”, per la maggior parte forma di “sollus” che significa intero, a sé stante. Il termine rimanda alla parola “separare”, dal latino “Se” con “parare” ovvero una particella che indica “divisione” con un termine che significa appaiare, mettere assieme, unire, ma anche “preparare”. Da qui il significato di rompere un’unione, separare appunto.

dal web


Esistono diversi tipi di solitudine
Ad esempio la solitudine rigenerativa e costruttiva, ci si sofferma per riflettere, per capire, per risolvere, per guardare dentro se stessi per andare oltre, per vedere chiaro in certe problematiche, lontano da tutti per non subire influenze.
C’è la solitudine della tristezza, dopo un dolore, talmente forte che non si riesce a comunicare con nessuno, si ha bisogno di essere soli, per metabolizzare la sofferenza, soli con se stessi. Una solitudine in genere di lacrime, che se non emergono fuori ristagnano dentro di noi.
Poi vi è la solitudine involontaria che è sempre subita. E’ una condizione che culmina con la malinconia e tristezza e viene avvertita con sensazioni negative. Ad esempio accade quando una persona, per motivi di lavoro o altro, si reca in un luogo lontano dal luogo natio e il doversi confrontare con usi, costumi diversi e soprattutto modi di comportamento differenti potrebbe essere causa di solitudine. Capita ad una persona solare, abituata a comunicare con tutti, spostata ad esempio in un posto dove parlano poco, dove se interagisci troppo ti marcano come “invadente”: quella persona non riuscirà mai a imporsi, ma dovrà allinearsi per confondersi e non essere guardato come “diverso”. Spesso in questi casi ci si sente dire “non ti sei integrato”, ma l’integrazione è uno scambio, e in questo caso piuttosto si tende a schiacciare e reprimere il proprio bagaglio di comportamenti per potersi allineare. Per potersi adeguare, ci si reprime, e si avverte un grande senso di solitudine.
Tutti, almeno una volta abbiamo provato questa condizione interiore.
Poi, senza entrare nello specifico, parlerei della solitudine dei tempi, e il tempo della solitudine che devasta la società moderna, ne soffrono soprattutto i giovani, in Giappone li chiamano Hikkomori, letteralmente stare in disparte, staccarsi, rinchiudersi. E’ una persona che fisicamente ha scelto di scappare dalla vita sociale, ricorrendo a livelli estremi di isolamento, perchè accade? La fragilità della persona, dell’adolescenza in particolare , vissuto insieme a una società che fagocita, spesso violenta verbalmente e fisicamente, spinge a rinchiudersi in un guscio protettivo, gli unici mezzi di comunicazione i social. Una solitudine volontaria che ha molte cause, ma che vedo provocato da fenomeni mediatici di bullismo, di bombardamenti senza fine di un futuro difficile e senza sbocchi.Il fatto di non essere capiti che diventa come un circolo vizioso. ” tu non mi capisci e se non mi capisci io non comunico più”. Sembra assurdo, ma è proprio cosi. Anche noi adulti soffriamo di solitudine, i social sono un surrogato persopperire a ciò, ma siamo noi stessi che la provochiamo e la vogliamo. Nella realtà, isoliamo il diverso, ci piagnucoliamo addosso, ci lamentiamo ma siamo i primi a scansare gli altri per una forma grave di egoismo e di piccolezze che ci avvelenano l’anima.

dal web


Un’altra forma grave di solitudine è quella forzata a causa di problematiche serie economiche, parliamo di bambini e adulti rinchiusi tra quattro mura perchè non possono permettersi nulla, uno stato di solitudine aggravato dal pensiero come arrivare a far mangiare la famiglia a fine giornata. Persone che vivono il loro stato nel massimo riserbo per non essere derisi o additati.

dal web


E la solitudine degli invisibili, ne vogliamo parlare? tutte quelle persone in strada, di cui nessuno o pochi si cura. Persone costrette, per tanti motivi a stare in strada, nessuno dovrebbe subire ciò, nessuno dovrebbe dormire tra i cartoni. Ogni individuo è dignitoso e meritevole di non subire tutto ciò, non dovrebbe essere invisibile.

dal web


La solitudine più brutta? La solitudine dell’anima, che è causa di tutta questa solitudine negli individui.. ”La solitudine, nella sua dimensione metaforica, è una condizione ineliminabile della vita, e in essa si riflettono desideri di riflessione e di contemplazione, di tristezza e di angoscia, di silenzio e di preghiera, di attesa e di speranza” Eugenio Borgna

dal web


La lingua inglese ha saggiamente intuito i due aspetti contraddittori della solitudine. Così ha creato la parola “solitude” per esprimere la scelta di essere soli (l’uomo solitario che sta bene con se stesso). E ha creato la parola “loneliness” per esprimere una solitudine sofferta e non scelta. Nella lingua italiana per esprimere i due concetti esiste solo la parola ” solitudine”

La solitudine è sofferenza maledetta non quando si è soli
ma quando si ha il sentimento di contar niente per nessuno.
(Enzo Bianchi)

dal web

Con tutte le persone che vivono su questo pianeta, e se ognuno di noi cerca qualcosa nell’altro, perché alla fine dobbiamo essere così soli? A che scopo? Forse il pianeta continua a ruotare nutrendosi della solitudine delle persone?
(Haruki Murakami)

dal web

Per chi è cristiano sa bene come anche Gesù ha provato la solitudine. E per il cristiano è luogo di comunione con il Signore che gli ha chiesto di seguirlo là dove lui si è trovato: quanta parte della vita di Gesù si è svolta nella solitudine! che ha vissuto la solitudine del tradimento dei discepoli, dell’allontanamento degli amici, del rigetto della sua gente, e perfino dell’abbandono di Dio, ci indica la via dell’assunzione anche delle solitudini subìte, delle solitudini imposte, delle solitudini “negative”. Colui che sulla croce ha vissuto la piena intimità con Dio conoscendo l’abbandono di Dio, ricorda al cristiano che la croce è mistero di solitudine e di comunione. Essa, infatti, è mistero di amore! Questo un altro tipo di solitudine, rivestita di amore e di fede.

dal web

articolo di Marina Donnarumma iris G. DM. Roma 26 ottobre 2022