
Secondo una rilevazione effettuata dalla nostra organizzazione, poco meno di duecento persone che lavorano nella sanità alessandrina ritengono le misure adottate dal governo Speranza inadeguate e, in particolare, inefficace o controproducente la campagna vaccinale. Si tratta di un numero interessante e significativo perché alle persone intervistate veniva chiesto di “esporsi”, ovvero di indicare i propri dati senza con ciò poterli associare alle risposte. Dopo tre anni di esperienza sul campo, questo risultato insieme al disagio che numerosi addetti ai lavori hanno ad esporre le proprie idee, rappresentano la più chiara testimonianza di una gestione sbagliata della epidemia.
Oggi la nuova maggioranza e il nuovo Governo manifestano l’intenzione di reintegrare il personale che non aveva adempiuto all’obbligo vaccinale, da un anno sospeso e senza stipendio. Ed anche ciò non può che essere letto come la confessione che qualche cosa, nel corso di questi anni, è andato completamente storto. Una Commissione Parlamentare di inchiesta indagherà sugli errori e sugli orrori commessi dai governi che nel corso dell’epidemia di Covid 19 hanno preso decisioni discriminatorie, hanno comunicato notizie false, hanno influenzato persone e mezzi di comunicazione generando un clima di caccia alle streghe segnato dal fanatismo e settarismo, atteggiamenti lontanissimi dalle cautele e dai risultati propri della ricerca scientifica.
CUB SANITA’ ALESSANDRIA fin dall’inizio dell’accavallarsi di stati di emergenza, non ha mai smesso di denunciare errori, irrazionalità e connivenze del mondo della sanità pubblica e privata, che anche in occasioni ufficiali giustificava scelte scriteriate appellandosi al rispetto delle norme emanate da un Ministro della Salute che pochi mesi prima aveva pubblicato una autobiografia subito ritirata dal commercio, perché se diffusa avrebbe allarmato qualunque persona equilibrata. CUB SANITA’ ALESSANDRIA ha da tre anni agito da sola in un panorama di desolante conformismo e soggezione verso il potere politico.
Oggi il Governo vorrebbe chiudere il cerchio reintegrando il personale sanitario sospeso. No, non può bastare. Il personale sanitario sospeso ha visto disconosciuto il diritto al lavoro costituzionalmente sancito, a causa del deragliamento dello stato, del deragliamento della politica, del deragliamento di gran parte della popolazione di telespettatori. Molte persone hanno visto la loro vita economica e lavorativa annullata, altre sono cadute nell’indigenza, hanno visto offesa la propria dignità, si sono ammalate e perfino suicidate per colpa dello stato italiano che ancora, evidentemente, nonostante la Costituzione, non dispone di meccanismi adeguati a preservare la vita civile. Occorre fare giustizia. E’ indispensabile che chi ha sbagliato, a livello centrale e a livello locale, paghi. Ed è giusto che chi ha subito danni venga risarcito.
Per comprendere come, al termine di gravi crisi di sistema, la politica orienti la sua azione verso una giustizia sommaria e, contemporaneamente, verso la chiusura frettolosa delle questioni più compromettenti, ovvero concedendo a molti responsabili di farla franca, John Elster, il sociologo norvegese che ha studiato a lungo i fallimenti della razionalità nelle azioni individuali e nelle interazioni tra individui, scrisse nel 2008 un saggio che mai come oggi, in Italia, bisognerebbe ristudiare: “Chiudere i conti. La giustizia nelle transizioni politiche”. Il rischio che corriamo è quello di individuare un paio di capri espiatori e mettere a tacere tutto. Per CUB SANITA’ ALESSANDRIA non può essere, questa, una vera soluzione. Si tratterà di certificare le responsabilità centrali e locali, non ammettere la giustificazione “stavamo eseguendo degli ordini”, risarcire tutti gli operatori sospesi per i danni materiali e per i danni morali che i colpevoli hanno provocato.
Morandini Alessandro
CUB SANITA’ ALESSANDRIA