Mi è stata segnalata questa interessante critica a proposito delle poetica di questi due autori…

Sperando di far cosa gradita la ripropongo anche ai nostri lettori di AlessandriaToday

L’uguaglianza esiste solo in matematica (M. Eminescu)

E’ circostanziale nomenclare Eminescu , poeta rumeno, che attraverso uno dei celebri aforismi, ha evidenziato la diversità e la irripetibilità dellaIndividualità umana, infatti in questa sede si andranno a leggere due poeti di notevole risonanza, Rami Youness detto amarji, poeta e traduttore siriano, e Bartolomeo-Theo Di Giovanni, conosciuto come Scalzo44.

Uomini che non scrivono poesia ma scolpiscono parole sul suolo terreno, usando la simbologia tanto cara alla Semiotica, infatti il simbolo è il messaggio che arriva direttamente nel data-base della mente, e chi è di fine pensiero intende nell’immediatezza il valore di questi versi simbolici.

Due realtà, diverse per cultura, ma unite da un unico linguaggio, e come dice il Professore Calogero La Vecchia: La poesia ha un solo linguaggio, quindi la diversità si incontra nel diagramma del “Dire”, esigenza che spinge i poeti a raccontare e raccontarsi senza filtri. In questo XXI secolo, provato dalla crisi dei valori, dallo smodato utilizzo dei social, da dispotismi sempre più feroci, da guerre e pandemie, il contadino della parola, guardando la luna, semina senza dubbio di racclto (Scalzo44).

L’uomo è uno specchio tra gli altri uomini, una inter-comunicazione che inoltra verso il cammino della consapevolezza di essere unici come forma e uniti in essenza, la poesia arriva come profezia, quasi un annuncio di ciò che è, ma soprattutto di ciò che potrebbe essere.

Amarji e Scalzo 44 hanno dimostrato, e continuano a farlo, senza indugi, con estremo coraggio, a rivelare le aporie del mondo che solo il filo argentato numinoso della poesia riesce a cucire facendo sì che una unica stoffa possa creare la tenda della condivisone. Altre parole cha possano descrivere la grandezza di questi due uomini perderebbe di significazione se non si leggono i loro versi.

Da un lato Amarji tradotto dalla poetessa rumena Daniela Forcos, che si impegna per unire poeti da ogni parte, e Scalzo 44 tradotto dallo stesso Amarji, dimostrano che il circuito dei Segni proviene da una unica matrice, che è L’Amore nella sua totalità. Reanato Ongania, già direttore di wikipoesia, studioso di Semiotica, insiste col discorso dei segni, della comunicazione non verbale, “il segno è l’imput che dovrebbe aprire la porta alla analisi interiore, ma la società è sempre più deprivata di misericordia, dobbiamo insistere, dobbiamo comunicare”.

Le parole di Ongania incoraggiano a continuare in questa battaglia senza senso, siamo stati creati per fare sacra ogni azione, ma c’è chi non riesce a costruire ponti di pace, ogni modo la sinergia serve a fare emergere la forza morale e la costanza per la ricerca dell’ UNUM-VERUM, verificabile solamente con l’accostarci con cuore puro alla diversità.Buona lettura.

Maria Grazia Mazzaraco.

Leggi Cultura, Ambiente, Società e Territorio su: https://alessandriaonline.com/

Leggi le ultime news su: https://www.facebook.com/groups/1765609773652359/