A MIO PADRE

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.


Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.

ALFONSO GATTO

Due strofe di 9 endecasillabi l’una, priva di rime. L’omaggio al padre è arricchito da metafore notevoli: gli occhi aperti di sorriso, neri come le rondini del mare; la voce del padre; la notte ci ama fin dentro il sonno; gli uomini incamminati verso l’alba. Degna di stare accanto alla poesia di Sinisgalli e a quella di Quasimodo., entrambe dedicate al proprio padre.