
“La Cina è stata colta di sorpresa dall’invasione russa in Ucraina. Se ce lo avesse detto non ci saremmo trovati in una situazione così difficile”
14 Novembre 2022 Aggiornato alle 18:24
Xi Jinping non era a conoscenza dei progetti di Vladimir Putin. Lo hanno rivelato quattro diverse fonti al Financial Times, secondo cui Xi fu colto di sorpresa dallo scoppio della guerra – il 24 febbraio scorso – e questo avrebbe messo a repentaglio migliaia di cittadini cinesi residenti in territorio ucraino. Xi e Putin si erano incontrati appena 20 giorni prima, a Pechino, in occasione dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali in Cina: durante l’incontro tra i due Paesi era stata inaugurata una partnership “senza limiti”.
“Putin non ha detto a Xi la verità” ha ammesso una delle fonti al giornale britannico. “Se ce lo avesse detto, non ci saremmo trovati in una posizione imbarazzante. Avevamo oltre seimila cinesi che vivevano in Ucraina e alcuni di loro sono morti durante l’evacuazione, nonostante non l’avessimo reso pubblico”. Si tratta di una conferma di ciò che Putin stesso aveva affermato un mese fa, cioè di non aver avvertito il “caro amico” Xi dell’attacco del 24 febbraio.
Nonostante l’amara sorpresa, tuttavia, secondo il Financial Times il presidente cinese ha investito troppo capitale politico nelle relazioni con la Russia per esprimere una qualche preoccupazione sulla guerra: l’alta dirigenza del Partito Comunista Cinese – composta da fedelissimi di Xi – è infatti particolarmente favorevole allo stringere legami con la Russia, soprattutto di fronte all’atteggiamento degli Stati Uniti, percepiti come un’ostacolo all’ascesa cinese per via delle sanzioni commerciali e tecnologiche con cui l’economia comunista viene colpita.
Pur contando, tuttavia, sull’appoggio strategico della Russia – e viceversa – la Cina ritiene di aver manifestato posizioni di neutralità rispetto alla guerra. Il Financial Times ricorda anche che Xi Jinping non ha mai incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ma – secondo Ni Shixiong, esperto di relazioni internazionali presso la Fudan University di Shanghai – il governo cinese ha fatto il possibile per segnalare il proprio disappunto nei confronti delle minacce di Putin sul possibile uso di armi nucleari in Ucraina. “La Cina ha fatto una concessione opponendosi pubblicamente all’uso di armi nucleari. Abbiamo in qualche modo soddisfatto le richieste [degli Stati Uniti e dei loro alleati]. È ora di vedere se gli Stati Uniti le riconosceranno e agiranno di conseguenza”. Il riferimento è chiaramente alle limitazioni commerciali e tecnologiche che gli Stati Uniti continuano a imporre al Paese.
La controparte americana, nelle vesti di Scott Kennedy, replica: “È compito della Cina convincere gli Stati Uniti che la sua posizione si è spostata in modo significativo dall’inclinazione verso la Russia a una posizione più neutrale” poiché “Washington ritiene che quanto fatto dalla Cina sia troppo poco e troppo tardi”. Ma Pechino non ha intenzione di modificare ulteriormente le proprie posizioni fino a che non otterrà da Washington concessioni in materia di commercio. “La Cina non ha riconosciuto l’annessione della Crimea da parte della Russia [nel 2014], per non parlare dell’Ucraina orientale. Questo è il massimo che la Cina può fare. Perché la Cina dovrebbe aiutare l’Occidente quando gli Stati Uniti vedono la Cina come la loro più grande minaccia?” ha detto il professore dell’Università di Nanchino, Zhu Feng.