Dinanzi alla stazione ferroviaria centrale della città, il via vai di persone, taxi, autoveicoli in generale, rende l’atmosfera estremamente convulsa.

Una dozzina di autobus sono fermi nella loro corsia prima di ripartire.

Il conducente del 429 passeggia lentamente per sgranchirsi le gambe con la desiderabile “bionda” tra le labbra.

– È una bellissima giornata – dice un uomo, cinquantenne, prima di salire sul bus.

Il conducente annuisce timidamente, mentre lo sguardo si alza in direzione nord-ovest dove, in lontananza, una macchia di nubi scure sembra intenzionata a vestire i panni del guastafeste.

– Ciao, come va? – gli chiede un collega, avvicinatosi.

– Al solito. Che linea stai facendo? –

– Il 536. –

– Ti ci sei abbonato a quanto vedo. –

– Mi trovo bene e i capi non hanno nessuna difficoltà ad accontentarmi; dopotutto, ormai manca poco per andare in pensione. –

– Come ci si sente? –

– Non te lo so dire esattamente, prima non vedevo il momento di arrivarci, ora, provo una strana sensazione di tristezza. Forse, fino a quel giorno sarà il caso che io non ci pensi. –

– Ehi, non ti sentirai mica vecchio? – dice il conducente del 429, porgendogli il pacchetto di sigarette.

L’amico ne sfila una.

– Mi sento un leone, ed è questo il problema. –

– A mio avviso non esiste nessun problema se non di pensare seriamente a organizzare la tua nuova vita – replica l’uomo mentre si avvia a salire sul pullman.

– Hai visto laggiù quell’ammasso di nuvole nere? –

– Sì. Cos’è, ti mettono paura? –

– Ho sentito alla radio che oggi potrebbe cadere tanta di quell’acqua da potersi fare il bagno. –

– Esagerati, un po’ di pioggia non fa male a nessuno. E poi, noi non abbiamo nulla da preoccuparci, non ci bagneremo di sicuro, non credi? –

– Avviserò mia moglie di portarsi l’ombrello se dovesse uscire. –

– Se la cosa ti fa stare più tranquillo – Il conducente avvia il motore del 429.

– Sì, è così. –

– Ok, ci sentiamo. –

-… ciao. –