Neapolitan_rum_baba

Ogni volta che mi capita di affondare i denti un un soffice e profumato babà al rhum , il mio pensiero vola subito alla mia Napoli e si trasforma in un caleidoscopio di immagini colorate: la Galleria Umberto I, via Toledo, ciuffi di panna e fragoline, palazzo reale, il lungomare….

Per questo motivo, una delle delusioni più cocenti nella mia vita è stata scoprire che il babà non è nato a Napoli.

Sì, perché pare che il babà sia stato inventato nel 1700 dal re di Polonia Stanislao Leszczynski, il quale amava due cose: la buona cucina e le fiabe delle “Mille e una notte”.

Un giorno, re Stanislao ebbe l’idea di intingere il dolce alsaziano che stava mangiando nel rhum e gli piacque così tanto da dare vita ad un nuovo dessert, che chiamò babà in onore del suo protagonista della sua novella preferita, “Alì Babà e i quaranta ladroni”.

Incredibile, vero? Passarono molti anni prima che il babà arrivasse a Napoli, dove raggiunse quell’equilibrio perfetto di sapori, morbidezza e aromi, che possiamo gustare oggi.

Approdò prima a Parigi, dove la famiglia reale polacca fu esiliata. Il celebre pasticcere Stohrer riuscì a carpirne la ricetta, se ne attribuì l’invenzione e lo trasformò nella più celebre specialità dolciaria parigina.

Nel frattempo, a Napoli, la regina Maria Carolina d’ Austria, moglie del re spagnolo Ferdinando I di Borbone, pensò bene di importare la cucina francese. Molti cuochi napoletani furono allora mandati dalle cucine reali e da quelle di molte famiglie nobili a Parigi, per imparare i segreti della raffinata cucina francese. Fu un fiasco clamoroso. Le ricette francesi non incontrarono i gusti di molti e furono ben presto accantonate e dimenticate, ad eccezione del sartù di riso, del gattò di patate e del babà. Quest’ultimo, grazie alla maestria dei pasticceri napoletani, che ne perfezionarono le tecniche di impasto e lavorazione, i tempi di lievitazione, le proporzioni degli ingredienti, assurse alla magnificenza di oggi.

Il babà ben presto si impregnò non solo di rhum, ma anche di napoletanità, entrando nel lessico popolare in varie espressioni. Ad esempio, quando si vuole fare un complimento a qualcuno, perché è una persona squisita, si usa dire ” Si’ nu babà” (sei come un babà).

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