La donna, aperto l’uscio, appare sconvolta. 

«È andato via…»

«Cosa?» 

«È andato via, tre giorni fa.»

«Mi dispiace; sono imperdonabile!»

«Lei non ha colpa.»

«Se avessi rispettato in tempo utile la sua richiesta d’aiuto, forse…»

«Non si rammarichi» dice la signora Nichols, sforzandosi con un delicato e confortante sorriso di sdrammatizzare. «A cosa serve? Entri pure!»

«Avete avuto modo di conoscervi non molto tempo addietro.»

«Già! E devo dire che è stato un approccio per nulla complicato» ammette Ted. «Mi era sembrato deciso ad allontanarsi dalla pericolosa combriccola.»

«Io non ci ho creduto.»

«Non me ne ha parlato.»

«Forse perché ci speravo; non sono mai stata una donna particolarmente fortunata. «Le porto qualcosa da bere? Un aperitivo, un caffè?»

«Va bene un caffè, grazie!»

«Negli ultimi tempi lo vedevo frastornato come non mai» dice la signora Nichols, poggiando il vassoio sul tavolino del salotto posto nell’ampio e luminoso soggiorno. «E questo, naturalmente, mi dava preoccupazione. È stato il motivo che mi ha spinto a chiamarla… Non sapevo proprio cosa fare.»

«Ha fatto bene. Sono stato impegnato in questi giorni con un rognoso caso che non mi ha permesso di distrarmi nemmeno un attimo.»

«La capisco…»

«Be’, mi sento ugualmente in torto.»

«Non vorrà tormentarsi per colpe non sue! Non ci pensi. È sposato, ha dei figli?»

«No, nessuna delle due cose» risponde Ted, mentre sorseggia il suo caffè accomodato sulla poltrona.

«Non vorrei scoraggiarla a metter su famiglia; ma non me lo sarei mai immaginato di passare dei momenti tanto difficili» afferma la donna seduta sul divano.

«È la vita!»

«Già…»

«A dire il vero, non sono nemmeno fidanzato» dice Ted, con un’espressione di autocommiserazione.

«Arriverà il momento.»

«È quello che continuamente mi ripeto. Buono!» aggiunge l’uomo, riferendosi alla bevanda scura. «Sono diventato un intenditore, per merito della mia collega Jennie, che di certo non si risparmia nel prepararcene diverse tazze al giorno.»

«Di sicuro è una gran brava donna.»

«Senza discussione alcuna» Ted poggia la tazza sul tavolino. «Se non ricordo male, altre volte suo figlio si è allontanato da casa per alcuni giorni.»

«Sì, è vero; però mi chiamava spesso al telefono, e la cosa mi tranquillizzava un po’…»

«Questa volta non è successo.»

«No, nemmeno uno squillo!»

«Ha provato a chiamarlo?»

«Sì; ma il suo cellulare risulta spento.»

«E naturalmente esclude che possa essersi preso un periodo di riflessione, come si suol dire, per ritrovare se stesso.»

«Proprio così! Per me si è aggregato definitivamente a quei fanatici di quel mostro!»

«Ah! Quella specie di santone!»

«Il diavolo in persona!»

«Non intendo contraddirla. Ha esposto denuncia?»

 No … ho paura che questo possa far sorgere dei problemi.»

«Di che genere?»

«Non lo so; mio figlio potrebbe irritarsi…»

«Non gli si chiede di fare salti di gioia.»

«Crede che dovrei farlo?»

«Di solito è la prassi; ma visto la fiducia che pone in noi, ce la metteremo tutta perché l’armonia familiare ritorni al più presto. Non sarà facile.»

La donna ha un cedimento d’umore.

«Su col morale; nessuno in questo mondo può garantirle che la cosa vada a buon fine, tranne noi!» afferma con un simpatico sorriso, Ted.

«In effetti, so che siete in gamba.»

«Avrà chiesto informazioni a qualche parente o amico» dice l’uomo con ironia, bene accettata dalla signora Nichols.

«No, non credo che fosse un vostro parente o amico.»

«Siamo un’ottima squadra; lo confesso!»

«Dell’altro caffè?» gli chiede la donna, con un’aria sollevata.

«Perché no!»